Rimbalzata su tutti i giornali nazionali, programmi televisivi, post sui social network di studiosi, virologi e gente comune, ecco la storia di come un post virale nato per alimentare teorie complottiste no-vax usa a suo vantaggio la speranza di centinaia di milioni di persone
di Pietro Ranieri
Gaudio e giubilo: la comunità scientifica dei laureati sui social network all’università della vita ha trovato la cura per il coronavirus. È efficace, costa pochissimo, è italiana, ma – ovviamente – “nessuno ne parla”. Oppure, se ne parla male: su tutti i giornali nazionali, nei programmi televisivi come Le Iene, alla radio, nei post sui social – anche di politici influenti come Matteo Salvini -, tutto questo non basta, l’esposizione mediatica è ancora poca, bisogna parlarne ancora, sempre, come di Bibbiano, perché la sobrietà non esiste, la cautela è per pavidi, il pensiero critico per i professoroni. La cura, si diceva, è alla portata di tutti: si chiama ‘plasma iperimmune‘ e il Governo ci starebbe tenendo nascosto che funziona. Perché? Ma per far soldi, ovviamente. Del resto è ormai noto a tutti che il SARS-COV-2 è stato commissionato da Big Pharma ai laboratori super-segreti di Wuhan come strumento per creare un nuovo vaccino da vendere a noi povere cavie sub-umane, no? Ma alla casalinga informata di Pusterlengo sul Meno non la si fa!
A prova di questa incontrovertibile verità, giunge il chilometrico messaggio del dottor Mauro Rango, comparso nelle scorse ore in praticamente tutte le chat immaginabili ed esistenti, con tanto di numero e indirizzo email – “Vi scrivo i miei riferimenti perché mi assumo la piena responsabilità di quello che sto dicendo”, scrive – con il quale l’intrepido scienziato, dalla Repubblica delle Mauritius, sbugiarda il perfido dottor Roberto Burioni, servo delle case farmaceutiche, reo di aver ‘parlato male’ della plasmaferesi da Fabio Fazio al chiaro scopo di sminuirla per spingere invece verso terapie più costose e meno efficaci. Ovviamente il messaggio è accompagnato dalla preghiera “di valutare se aiutare me e alcuni amici medici nella nostra battaglia, diffondendolo”.
Abbiamo già scritto più e più volte di quanto sia necessario imparare a diffidare di questo tipo di comunicazioni riportate senza fonte, ma vogliamo ancora una volta fermarci ad analizzare quanto successo per poi scendere nel merito delle affermazioni fatte dal dottor Rango.
