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Caos su esami e rientro a scuola: scontro aperto tra dirigenti e Ministro Azzolina

Mentre si vagliano le ipotesi di ritorno a scuola l’Associazione Nazionale Presidi si scaglia contro il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina: sotto accusa i tempi strettissimi per preparare gli studenti di terza media all’elaborato finale


Elementari e medie in presenza ma riducendo i gruppi classe. Così potrebbe essere, secondo quanto si apprende da un articolo pubblicato su tgcom24, il ritorno a scuola a settembre. “Stiamo immaginando 3 differenti scenari a seconda dell’andamento dell’epidemia – ha dichiarato il vice Ministro dell’Istruzione Ascani -; tutti tengono conto del fatto che gli ordini di scuola non sono tutti uguali, in particolare i bambini più piccoli hanno assolutamente bisogno di recuperare una relazione in presenza”. “Quindi – ha proseguito la Ascani – nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado noi immaginiamo comunque di poter avere la scuola in presenza, naturalmente riducendo i gruppi classe, quindi per esempio facendo in modo che una classe sia divisa in due ma moltiplicando le attività che si fanno, aggiungendo, cioè, ai curricula tradizionali più musica, arte, sport, creatività digitale e laboratori e utilizzando per questo altri spazi che stiamo individuando insieme agli enti locali”.

“Per quelli un po’ più grandi, che si gestiscono meglio anche da soli, prevediamo che una parte dell’attività sia comunque fatta in presenza, perché anche loro hanno bisogno di rientrare a scuola, però molto probabilmente in questo caso la didattica a distanza continuerà ad essere una parte del loro curriculum. L’attività in presenza – ha concluso il vice Ministro – sarà di meno rispetto al passato e sarà integrata con la didattica a distanza, che soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado ha funzionato meglio”. 

Intanto cresce la tensione tra i dirigenti scolastici e il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. 

Repubblica riporta il parere dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP) circa le indicazioni che il ministero ha fornito per gli esami di fine ciclo e gli sulle valutazioni di fine anno. Nell’occhio del ciclone è finito in particolar modo l’esame di terza media: i presidi sostengono che le linee guida da parte della Azzolina e dei suoi collaboratori siano confuse e soprattutto inapplicabili.

“Per la terza media non ci sono i tempi” recita la nota, insieme alla proposta che il ministro lasci libera ogni scuola di costruire il proprio calendario.

Il problema proncipale, come evidenziato dal presidente di Anp Giannelli, è che “le scuole dovranno varare in tempi strettissimi gli indicatori sulla valutazione dell’elaborato, cioè il lavoro che i ragazzi di terza media dovranno presentare come esame finale, ma anche su tutto il percorso triennale”. Il che significa che i dirigenti della scuola secondaria di primo grado dovrebbero riunire il collegio per la delibera dei criteri di valutazione, poi indire la riunione dei consigli di classe per declinare criteri e modi, individuare la tematica da assegnare a ciascun alunno e poi proporre calendari delle presentazioni, oltre ad una data congrua per la formulazione dell’elaborato (cioè almeno una settimana); poi, naturalmente, bisognerà presenziare alla presentazione degli elaborati presiedendo i rispettivi consigli.
L’Associazione Nazionale Presidi ha posto l’altro aspetto problematico, quello relativo ai tempi ristretti per preparare il percorso di valutazione, tenuto conto che giugno è alle porte e le direttive ministeriali sono ancora fumose. Visto che la presentazione della tesina, da parte dello studente, dovrebbe avvenire entro la fine delle lezioni, e che questa fine è prevista tra 6 e 10 giugno a seconda delle regioni, con i calcoli già piuttosto “stretti” dell’ANP si arriverebbe a chiudere l’esame di Stato online tra 19 e 23 giugno, e questo vorrebbe dire scavallare l’inizio dei colloqui della Maturità di quinta superiore, il cui avvio è previsto per il 17 giugno.
Tra le altre cose l’ordinanza ministeriale dovrebbe ancora passare il vaglio del Consiglio di istruzione superiore; dunque, di fronte a uno sforzo organizzativo “oggettivamente spropositato rispetto all’attività da compiersi e senza nessuna garanzia di effettiva fattibilità” la controproposta dei presidi è quella, appunto, che siano le singole istituzioni scolastiche a creare un calendario per le operazioni d’esame, indicando nel 30 giugno un termine realistico per la conclusione. Inoltre viene segnalata l’aleatorietà della valutazione finale: in questo modo ci sarebbe molto più spazio per aprire dei contenziosi, visto che “i genitori sono molto attenti al voto di diploma”.

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