La soluzione adottata in Ruanda. Prodotti da un’azienda belga, effettuano screening del Covid e consegnano cibo e farmaci ai malati
Cinque robot umanoidi sono stati inviati in Ruanda quale supporto nella gestione dell’epidemia da Covid19. Si chiamano Akazuba, Ikizere, Mwiza, Ngabo e Urumuri e sono stati prodotti da un’azienda belga per fornire al governo un supporto nello screening del coronavirus e nella consegna di cibo e farmaci ai malati, ma funzionano anche per il collegamento in videoconferenza tra pazienti e medici.
La notizia, data alla BBC dal ministro della salute ruandese Daniel Ngamije, è stata rilanciata dall’Ansa. Si apprende così come lo scopo principale degli umanoidi sia, in sostanza, quello di ridurre l’esposizione al contagio degli operatori sanitari. “Abbiamo bisogno di altri robot per compiti ulteriori, – ha detto il ministro – come la disinfezione nello spazio pubblico, e stiamo lavorando per ottenerli”.
I robot possono eseguire test di screening a un numero di soggetti che va da 50 a 150 al minuto; sono in grado di registrare e memorizzare i dati dei pazienti, di avvisare gli operatori sanitari circa eventuali anomalie, di redarguire le persone senza mascherine o coloro i quali le indossano in maniera impropria.
Il Ruanda ha due centri per la cura di Covid-19 ed è stato il primo Paese dell’Africa sub-sahariana ad applicare rigorose misure restrittive con l’obiettivo di contenere la diffusione del virus. Ad oggi registra circa 300 casi di positività e nessun decesso.
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