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Combattere il Covid vaccinando i neonati: ecco la proposta che fa indignare i No-Vax

Il pediatra Villani: “Sarebbe opportuno che tutti fossero convinti della necessità”


ROMA. Vaccini anti-influenzali per neonati e bambini sotto i 6 anni. È questa la proposta che potrebbe comparire nel documento che il ministero prepara ogni anno in vista delle campagne di vaccinazioni autunnali contro i virus stagionali. Una modifica anche in chiave anti-Covid-19, nel caso si verificasse una ripresa del contagio nella prossima stagione fredda. Secondo gli esperti, che hanno suggerito al ministro di ampliare la platea dei vaccinabili, estendere il vaccino gratuito, e raccomandarlo fortemente anche per i più piccoli, aiuterebbe a evitare quanto successo a febbraio, quando i sintomi dell’influenza sono stati spesso “confusi” con i casi di positivi al coronavirus.

Non sarà un obbligo, ma una forte raccomandazione, la vaccinazione anche per i bambini da 0 a 6 anni e gli over 60, a differenza di quanto avviene oggi con la previsione solo per gli ultra 65enni e per chi ha patologie che aumentano il rischio di complicanze. Il ministero non pensa a renderlo obbligatorio perché questo scatenerebbe polemiche politiche e le proteste dei No-Vax. “L’obbligo della vaccinazione, per la cultura sanitaria di un popolo, rappresenta sempre una sconfitta”, ha sottolineato al CorSera Alberto Villani, presidente della Società italiana di Pediatria e componente del Comitato tecnico scientifico. E tuttavia, ha concluso, “Sarebbe opportuno che tutti fossero convinti della necessità”.

Sulla circolare è al lavoro il nuovo capo dipartimento Prevenzione del ministero, Gianni Rezza, esperto in malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. Il documento, prima del via libera del ministro Roberto Speranza, sarà molto probabilmente valutato anche dal Comitato tecnico-scientifico. “Vaccinare tutti i bambini tra i sei mesi e i sei anni il prossimo autunno sarebbe confortante, rappresenterebbe un eccellente risultato”, ha dichiarato. “Dobbiamo ricordarci – ha detto poi Villani – che l’influenza è una malattia più impegnativa di quello che viene comunemente ritenuto, soprattutto per i bambini piccoli. Fare il vaccino significherebbe far sì che i bambini non si ammalino, non facciano controlli ambulatoriali, visite al pronto soccorso ed evitino eventuali ricoveri”.

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