HomeOcchi PuntatiMascherine anti-Covid ‘verso l’archiviazione’, l’epidemiologo Greco: in alcune Regioni non servono più

Mascherine anti-Covid ‘verso l’archiviazione’, l’epidemiologo Greco: in alcune Regioni non servono più

Modulare gli interventi a seconda della zona geografica: la nuova presa di posizione sulla Fase 3 dell’emergenza sanitaria


Non si parla che di loro nel dibattito sulla lotta al Covid: dei dieci firmatari della ‘dichiarazione sulla ridotta capacità infettiva del virus”.

Ed oggi l’epidemiologo Donato Greco, parte integrante del gruppo di esperti a sostegno di tale teoria, attraverso una intervista rilasciata a Margherita De Bac del CorSera, lancia anche una indicazione operativa: modulare gli interventi a seconda della zona geografica, in quanto “in alcune Regioni le mascherine non servono neanche più”.

“C’è un’evidenza crescente e palese anche in Italia – spiega l’esperto – che il virus abbia perso forza, come accade nella storia delle epidemie. Non è mutato eppure la sua carica infettiva è diminuita. Per colpire i polmoni, dunque per dare luogo a una malattia grave, ci vuole una carica virale molto alta. Valori che non vengono riscontrati negli asintomatici e nei cosiddetti sintomatici lievi, per intenderci le persone col semplice raffreddore”.

E ancora, nonostante il Covid stia mettendo in ginocchio Brasile, India, Perù e minaccia alcuni Paesi europei: “In Italia l’osservazione dei casi dice che è meno aggressivo. Il virus ha un ciclo naturale e a un certo punto si attenua dopo aver colpito il territorio in cui agisce. Ciò non esclude che possa essere contemporaneamente micidiale altrove. Dipende dall’area geografica”.

Di qui la spiegazione su cosa si intende propugnare con la teoria della minore infettività: “Gli interventi di contenimento dell’epidemia – sostiene Greco – vanno modulati. Le regole attuali non sono proporzionate al rischio reale. Risalgono a marzo, andrebbero aggiornate. Poniamoci una domanda. Vale la pena mantenere restrizioni tanto dannose per l’economia se il rischio è diventato basso, direi molto basso. E’ venuto il momento di riconsiderare le decisioni prese quando l’epidemia era nel pieno della potenza. Oggi ha poco senso indossare mascherina, guanti e tenerci distanziati in certe zone del Paese. Bisognerebbe procedere a quello che noi chiamiamo risk assessment, analisi del rischio”.

E sul pericolo di disorientare i cittadini, risponde: “Noi esprimiamo le nostre opinioni in scienza e coscienza. Non significa incitare al liberi tutti. Però non facciamo populismo”.

 

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