Si torna a scuola il 14 settembre. Un software gestirà la sicurezza degli spazi

L’idea del Premier Conte e del Ministro Azzolina per rendere la scuola più moderna e sicura, ma non mancano i dubbi e le contestazioni


Ora è ufficiale: si tornerà a scuola il 14 settembre ma con tanti dubbi ancora da chiarire e novità, stabilite dal Comitato Tecnico Scientifico, su spazi, prevenzione e distanziamento per scongiurare il rischio Covid.

Si parte, come riporta il Corriere.it, dagli screening e test a campione per i professori, studenti e tutti gli operatori della scuola. Prevista la riduzione della distanza interpersonale: sarà di un metro tra le teste dei ragazzi. E la promessa di rivalutare alla fine di agosto se l’uso della mascherina potrà essere alleggerito o, almeno per le elementari, abolito.

Il testo del piano scuola 2020-21 è pronto in conferenza stato-regioni per la firma. E’ frutto di una trattativa che si è protratta per settimane, con l’epilogo dello scontro con le regioni due giorni fa.

Tra le misure predisposte dal ministero dell’Istruzione c’è anche un «cruscotto informatico», cioè un software sul quale è possibile fare le simulazioni del layout delle classi e capire quali sono quelle che si possono usare e quelle no. Per il resto il ritorno a scuola sarà un misto di soluzioni tra turni, orari scaglionati, soluzioni creative varie. Il governo ha accolto le rimostranze delle regioni e ha corretto la bozza che aveva preparato all’inizio della settimana.

Scompaiono i volontari (che resteranno nelle scuole come aiuto agli insegnanti senza sostituirli). Resta l’opzione della didattica mista – con lezioni a distanza – ma come soluzione estrema per gli studenti delle scuole superiori ma solo nei casi in cui qualsiasi altra ipotesi sia inapplicabile. Ogni scuola dovrà dotarsi di un «medico competente», cioè di una figura individuata con la Asl da chiamare in caso di bisogno. Anche il riferimento al sabato, come giorno di scuola da aggiungere per poter completare l’orario se gli spazi non consentono altre soluzioni, è stato alleggerito: si parla più genericamente di «una diversa modulazione settimanale» del tempo scuola.

In caso di contagio a scuola, la persona interessata sarà isolata e dotata di mascherina e rimandata a casa. Alla conferma del caso, si applicano le regole generali di isolamento fiduciario per la classe e chi è entrato in contatto con la persona contagiata.

A protestare intanto sono rimasti i presidi: “Chiediamo al Ministero di definire i livelli essenziali delle prestazioni (come, ad esempio, la percentuale minima del tempo scuola in presenza) affinché – dichiara Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dirigenti scolastici – il sistema resti unitario e riduca le differenze esistenti tra le varie aree geografiche. All’interno di questi vincoli che, ripetiamo, non servono ai dirigenti per scaricarsi dal peso della responsabilità, ma servono al Paese per garantire il servizio essenziale dell’istruzione, i dirigenti scolastici sapranno organizzare, coordinare, valorizzare il personale attraverso un’alleanza indispensabile con docenti, Ata e famiglie”.

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