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Sbagliata la sentenza di condanna contro Berlusconi: dopo 7 anni spuntano le prove

Ripercorso l’iter giudiziario del leader di Forza Italia. Pubblicate le novità contenute in un supplemento di ricorso alla Corte Europea presentato dagli avvocati del cavaliere


“Ci sono le prove che la sentenza che condannò Berlusconi al carcere, nel 2013, e che diede il via al declino precipitoso di Forza Italia, era una sentenza clamorosamente sbagliata. E perdipiù c’è il forte sospetto che lo sbaglio non fu dovuto solamente a imperizia dei giudici, ma – forse: scriviamo dieci volte forse – a un disegno politico del quale è difficile stabilire con precisione gli autori”.

Così il direttore de ‘Il Riformista’ Piero Sansonetti, pubblicando il contenuto di documenti in esclusiva e riferendo importanti novità sul processo Mediaset per frode fiscale, finito davanti alla Corte Europea di Strasburgo.

“A sette anni di distanza – scrive Sansonetti – emergono delle novità molto importanti, contenute in un supplemento di ricorso alla Corte Europea (contro la sentenza della Cassazione) presentato giorni fa dagli avvocati di Berlusconi (Andrea Saccucci, Bruno Nascimbene, Franco Coppi e Niccolò Ghedini). Le novità essenzialmente sono due: una sentenza del tribunale civile di Milano che ribalta la sentenza penale; e una dichiarazione del dottor Amedeo Franco – ripeto: relatore in Cassazione – che racconta come la sentenza di condanna di Berlusconi da parte della Cassazione fu decisa a priori e probabilmente teleguidata. Per questa ragione era una sentenza molto lacunosa dal punto di vista giuridico”.

In sostanza, secondo quanto emerge dalle carte e dagli audio, quella condanna fu una ‘punizione’ politica, un attacco al leader azzurro.  Nell’audio parla il giudice Amedeo Franco, relatore della sezione feriale della Cassazione presieduta dal magistrato Antonio Esposito che emise la sentenza. Si tratta di una registrazione ambientale avvenuta con lo stesso Cavaliere alla presenza di testimoni e registrata proprio per questo.

L’AUDIO. “Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone! Questa è la realtà, a mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia. L’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto. In effetti hanno fatto una porcheria perché che senso ha mandarla alla sezione feriale? Voglio per sgravarmi la coscienza, perché mi porto questo peso del… ci continuo a pensare. Non mi libero. Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo”. Franco, morto nel maggio 2019, chiamava in causa il presidente di sezione Esposito. Sarebbe stato “pressato” per pilotare la sentenza.
Franco si mostrava amareggiato: “Si poteva cercare di evitare che andasse a finire in mano a questo plotone di esecuzione, come è capitato, perché di peggio non poteva capitare. Questo mi ha deluso profondamente, questo… perché ho trascorso tutta la mia vita in questo ambiente. E mi ha fatto… schifo, le dico la verità, perché non… non… non è questo, perché io … allora facevo il concorso universitario, vincevo il concorso e continuavo a fare il professore. Non mi mettevo a fare il magistrato se questo è il modo di fare, per… colpire le persone, gli avversari politici. Non è così. Io ho opinioni diverse della… della giustizia giuridica”. “Tutti i miei colleghi e anche i suoi che pure non la supportano sono convinti che questa cosa sia stata guidata dall’alto”.

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