HomeOcchi PuntatiCoronavirus e contagi di ritorno: i nuovi focolai fanno paura

Coronavirus e contagi di ritorno: i nuovi focolai fanno paura

Numerosi i casi di persone che hanno contratto l’infezione all’estero, nei Paesi dove la pandemia è nel suo pieno


Una modalità già osservata in Cina e che ora sta mettendo in allarme anche l’Italia: i casi importati dai coronavirus. Preoccupano i casi importati all’origine dei nuovi focolai che si stanno registrando in diverse aree del Paese: Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Lazio, ma anche Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Sicilia.

Come riferisce il Corriere della Sera, il fenomeno era atteso, ma fa paura perché qualcosa può sfuggire. Dopo tutto quello che è successo, i 34 mila morti e le terapie intensive stracolme di pazienti, gli operatori sanitari a qualsiasi livello non dormono tranquilli. Se nel Vicentino il manager in trasferta in Serbia ha fatto finire in isolamento oltre cento persone, non è stato da meno in quanto a mancanza di rispetto un kosovaro di ritorno dal suo Paese che a Predazzo, in Trentino, ha eluso l’isolamento, ha fatto una festa per poi scoprirsi infetto: 8 contagiati.

La Toscana alza la guardia. Tra Firenze, Arezzo e le località costiere sono stati identificate piccole comunità di immigrati, in prevalenza peruviani e cingalesi, che si sono passati fra loro il virus all’interno di abitazioni sovraffollate. La Campania ha appena spento il focolaio di Mondragone, 73 positivi, 5 palazzine con 700 abitanti in prevalenza braccianti bulgari in quarantena (martedì 7 il liberi tutti). Il Piemonte incassa 13 contagi in Val d’Ossola, riconducibili a personale frontaliero. Il Friuli Venezia Giulia ha avuto una brutta sorpresa: a Trieste, 8 positività collegate a un ufficio di pratiche import-export che lavora con i Paesi della ex Jugoslavia. Episodio significativo dopo diversi giorni a zero contagi.

In Toscana ci sono focolai a Pian di Scò, Impruneta e Cortona. In Emilia-Romagna 117 positivi e 2 ricoverati in una ditta di spedizioni. In Sicilia i nuovi positivi sono a Noto e Agrigento: immigrati appena sbarcati dalle navi che li avevano prelevati al largo dell’Africa. E ancora focolai a Padova, in un paese in provincia di Mantova e un altro nel Bellunese. E poi il Lazio, Fiumicino, dove un inserviente del Bangladesh ha contagiato colleghi e proprietari di un ristorante.

Secondo quanto riferisce Il Messaggero, con un calcolo approssimativo ma realistico, sono almeno un centinaio i nuovi positivi in Italia arrivati dall’estero, spesso senza neppure avere rispettato le due settimane obbligatorie di quarantena.

Il vero nodo è la necessità di aumentare i controlli su chi rientra in Italia. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha scelto la strada della prudenza e ha mantenuto l’obbligo dell’isolamento anche per chi proviene dai quindici Paesi del mondo per i quali il resto dell’Unione europea lo ha eliminato.

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