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Distanziamento: la parola d’ordine della scuola post-lockdown. Tutto il peso sui dirigenti scolastici

Orari di ingresso, disposizione dei banchi all’interno delle aule, servizi igienici, ricreazione, pranzo ed eventuali provvedimenti in caso di contagio. Importanti cambiamenti in vista nella scuola a partire da settembre, come anticipa il Corriere.it. Eccoli nel dettaglio


In attesa del protocollo definitivo, emergono le indicazioni per ripartire in sicurezza a settembre. I dirigenti scolastici, come anticipa Valentina Santarpia in un articolo pubblicato sul Corriere.it, dovranno adattare le misure alle singole scuole. Eccoli tutti i cambiamenti annunciati dagli esperti del Comitato tecnico Scientifico

Gli orari di ingresso: Le linee guida prevedono una “diversa modulazione settimanale del tempo scuola” e una “frequenza scolastica in turni differenziati”. Cosa vuol dire? Che le classi entreranno scaglionate, con un intervallo che potrà andare dai 10 ai 30 minuti, per evitare assembramenti ai cancelli. Ci saranno probabilmente controlli all’ingresso, con collaboratori scolastici incaricati di sorvegliare l’accesso, ma non è detto che saranno anche incaricati di misurare la febbre al personale, perché il Cts, pur non vietandolo, sconsiglia, sia per motivi tecnici che organizzativi, la misurazione della temperatura corporea. Non ci sarà più la corsa al suono della campanella: gli studenti non potranno sostare per più di un quarto d’ora prima delle lezioni negli spazi antistanti, e comunque dovranno rispettare il parametro minimo di 1,25 metri quadri a persona. L’ingresso distanziato sarà marcato per le scuole superiori, per evitare l’affollamento dei mezzi pubblici nelle ore di punta: è per questo che i ragazzi delle superiori saranno probabilmente costretti a doppi turni o a una didattica mista, in presenza/a distanza. Quanti allievi distanziati per fila possono entrare al minuto a scuola? Alla precisa domanda dei dirigenti, il Cits ha risposto che “si possono usare i criteri dell’evacuazione”: normalmente attraverso un “modulo” (60 cm quando la porta è di 120) possono transitare 60 persone ad una velocità di circa 1 metro al secondo, quindi circa 60 studenti al minuto. Naturalmente, dovranno essere su una sola fila, perché su due finirebbero per essere troppo vicini. È per questo che viene suggerito di usare più ingressi differenziati, da usare contemporaneamente.

In aula: La distanza tra gli studenti dovrà essere di un metro “da bocca a bocca”, ed è per questo che tutte le scuole si stanno attrezzando con banchi monoposto.
Non si parla necessariamente di banchi ergonomici, dedicati alla didattica moderna, ma anche di banchi tradizionali di legno dove può stare seduto solo un alunno alla volta. Saranno disponibili? La gara europea scade venerdì, il commissario Domenico Arcuri ha fissato il 7 agosto come data di scadenza per stilare i contratti, ma i produttori di banchi temono che possa andare deserta, perché non ci sarebbero i tempi per le forniture. Al banco non si dovrà tenere la mascherina, anche se gli esperti del Comitato si sono riservati di dire l’ultima parola a fine agosto, sulla base degli ultimi dati sui contagi. Ma chi decide sulla capienza dell’aula? Il dirigente, chiariscono le risposte del Cts, perché “la modalità di utilizzo degli spazi per la didattica messi a disposizione dall’ente locale attengono alla sua diretta responsabilità”. In ogni caso è difficile immaginare un’aula con più di venti studenti.

I servizi igienici: In bagno potrà andare uno studente per volta, con la mascherina. I locali dovranno essere puliti frequentemente dal personale scolastico e, dove possibile, le finestre dovranno essere lasciate aperte per l’aerazione. Il Cts suggerisce anche di munire le finestre di “sistemi meccanici che permettano di fissare in apertura l’anta della finestra, evitando che possa muoversi e diventare pericolosa per gli allievi”. Gli esperti precisano pure che le finestre aperte sono preferibili a purificatori d’aria, impianti di ventilazione, o impianti di ricircolo e ricambio dell’aria, la cui efficacia non è dimostrata. Anche se gli ingressi di esterni dovranno essere limitati, dovranno essere predisposti bagni ad hoc (ad esempio per i genitori ai colloqui). Le scuole si stanno rifornendo anche di gel disinfettanti, messi a disposizione con dispenser, per permettere agli studenti di pulire bene le mani. Nei corridoi ci saranno indicazioni chiare per l’andata e il rientro dai vari spazi, e quindi anche da e per il bagno: frecce a terra, cartelli con le indicazioni, e soprattutto richiami continui alle regole di igienizzazione e rispetto delle distanze anti-Covid.

La ricreazione: In alcune scuole le palestre e i cortili dovranno essere utilizzati per la didattica, anche se il Cts ha precisato che “per vari motivi è caldamente sconsigliato”: “Vanno considerati, infatti, l’eventuale presenza di sistemi di riscaldamento aeraulici e il possibile riverbero sonoro dell’ambiente, che possono ridurre di molto la comprensibilità del parlato, l’illuminamento complessivo sulle superfici dei banchi, e non ultimo il fatto che in questo modo si perderebbe la possibilità di effettuare le ore di attività motoria nello spazio ad esso deputato”. Il ministero ha infatti chiesto che venga preservata l’educazione motoria e che le palestre siano utilizzabili nel pomeriggio per le attività sportive. Le scuole più grandi potranno permettersi di far uscire gli alunni dalle aule per prendere aria, ma sempre con la mascherina, a turni, e rispettando le indicazioni per gli ingressi e le uscite. Alcune scuole invece saranno costrette a chiedere che la pausa dalle lezioni sia svolta in aula, con la merenda mangiata al banco. I locali scolastici potranno essere usati anche dalle cooperative per le attività integrative pomeridiane, purché queste condividano i protocolli di sicurezza della scuola.

Il pranzo: L’accesso alle mense, con decine di ragazzini che salgono e scendono dalle classi e mangiano allo stesso tavolo, è uno dei momenti considerati più pericolosi del potenziale contagio. Ecco perché molti dirigenti scolastici stanno decidendo di non aprire le sale mensa e di lasciare che i bambini consumino il pasto in aula, al proprio banco, senza spostarlo dalla posizione stabilita. Monoporzioni, con posate e accessori monouso, per evitare condivisioni che potrebbero rivelarsi problematiche, e pulizia e disinfestazione dei banchi prima e dopo aver consumato il pasto.

Se un alunno è positivo: Con 10 milioni di persone che si muovono e vengono in contatto ogni giorno, gli esperti ritengono che la ripresa delle lezioni possa far salire l’indice di trasmissione Rt anche di 0,3. Ed è questo il motivo per cui prima dell’inizio delle lezioni verranno effettuati a tutto il personale test sierologici volontarie e gratuiti, che verranno ripetuti periodicamente. Se un docente o uno studente manifestano sintomi importanti, viene allertata la Asl e si attiva il presidio medico del territorio. Inoltre le scuole devono allestire una “apposita area per l’accoglienza e isolamento di eventuali soggetti che dovessero manifestare una sintomatologia respiratoria e febbre”, diversa dall’infermeria, che deve rimanere a disposizione di necessità di primo soccorso diverse dal coronavirus. Chi è allergico non deve portare un certificato medico, dice il Cts, per provare di non avere sintomi legati al Covid. E se vengono trovati positivi al Covid? Sarà una circolare del ministero della Salute a stabilire come muoversi. Il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, aveva proposto di mettere in isolamento fiduciario la classe per 15 giorni. In questo caso si riprenderà la didattica a distanza.

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