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Beirut come Hiroshima, due enormi esplosioni nel porto: feriti anche militari italiani. Il video choc

A provocare le deflagrazioni è stato un incendio in un deposito del porto dove erano immagazzinate 2750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa. Migliaia i civili coinvolti, almeno 70 le vittime. Le immagini agghiaccianti postate da GeopoliticalCenter: GUARDA IL VIDEO


BEIRUT. Nel pomeriggio di martedì 4 agosto ci sono state due enormi esplosioni a Beirut, capitale del Libano. Lo ha confermato una giornalista del sito Daily Star, Ghada AlSharif, che ha postato sul proprio account Twitter le immagini degli uffici investiti dalla deflagrazione. A provocare le esplosioni è stato un incendio in un deposito nel porto dove erano immagazzinate 2750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave. Molte persone hanno pubblicato sui social network video e foto: tra queste, spiccano le immagini agghiaccianti postate da GeopoliticalCenter.

Secondo gli ultimi dati i morti sarebbero almeno 70, mentre oltre 3700 i feriti. A raccogliere i dati diverse fonti locali tra cui l’agenzia Afp e la Croce Rossa libanese. Tra i coinvolti, riporta Ansa, ci sarebbe anche un militare italiano non grave, il caporal maggiore Roberto Caldarulo, del battaglione Gestione Transiti (Rsom) di Bari. Altri sono sotto osservazione in stato di choc.

IL VIDEO CHOC

Le immagini mostrano una grande nuvola rossa che incombe sul centro della città. L’onda della potente deflagrazione ha investito un’estesa area, distruggendo diversi edifici. Un testimone che vive sulle colline a est della capitale, alcuni chilometri dal porto, ha riferito che lo spostamento d’aria è stato talmente potente da far saltare tutte le placche delle prese di corrente nella sua abitazione. La gente è scesa in strada, dove per terra ci sono vetri in frantumi. Secondo Al Arabiya e diversi testimoni le esplosioni sarebbero state almeno due, nella zona del porto. In un primo momento, altre fonti libanesi avevano riferito come la prima esplosione fosse avvenuta in un deposito di fuochi d’artificio, ma secondo successive fonti locali, questa sarebbe in realtà partita in maniera accidentale da una nave che trasportava un carico di petardi. La seconda esplosione si sarebbe poi innescata nel deposito chimico del porto dov’era conservato il nitrato di ammonio. Il canale televisivo panarabo Al Mayadeen ha riportato che l’enorme botto conseguente è stato sentito anche a Cipro, e a 240 chilometri di distanza.

beirut esplosioni porto

Fonti del Ministero degli Esteri confermano che sono state attivate l’Unità di crisi e l’Ambasciata in Libano, “prestare ogni possibile assistenza ai connazionali presenti nel Paese e continua a monitorare la situazione”. Repubblica riporta le dichiarazioni che la tv Al Jazeera ha raccolto da Vincenzo Orlandini, 69 anni, membro dell’equipaggio della Regina d’Oriente, nave civile italiana attraccata vicino al luogo dell’esplosione. Era coperto di sangue dopo che l’esplosione lo ha lanciato attraverso una cabina della sua nave. “Ho sentito l’esplosione e sono volato sul lato opposto della lobby. Sono atterrato sul tappeto e sono stato fortunato perché penso che mi abbia salvato. La nave è completamente distrutta: le cabine, il salone, tutto”, ha detto Orlandini. Diverse persone a bordo sono state ferite e portate in ospedale.

“Beirut è una città distrutta”, e le esplosioni di oggi sembravano “Hiroshima”: così ha commentato ad una emittente libanese, trattenendo a stento le lacrime, il governatore di Beirut Marwan Aboud, definendo quanto accaduto “un disastro nazionale senza precedenti”. Aboud si è recato sul luogo dell’esplosione, al porto di Beirut, rivelando che tra i dispersi vi sarebbero numerosi vigili del fuoco accorsi sul posto per spegnere l’incendio conseguente alla prima esplosione. Già inizialmente i responsabili della sicurezza libanese avevano paventato che le esplosioni potevano essere dovute a “materiali esplosivi confiscati”. La notizia è stata rilanciata anche dal ministero della Salute, che ha poi parlato genericamente di “molti feriti”. Hamad Hasan, ministro della Sanità libanese, ha detto che i danni provocati dalle deflagrazioni sono ingenti: i video e le immagini che arrivano dalla capitale mostrano una città distrutta, con detriti e macerie ovunque, in cui i soccorsi si stanno facendo in quattro per salvare eventuali altri dispersi.

Pierre

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