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Sequestro degli smartphone: ecco l’ordinanza dei sindaci contro le fake news sulle chat. Ma è una provocazione

Il falso provvedimento è stato pubblicato dai primi cittadini su Facebook, una provocazione che ha raccolto decine di commenti di apprezzamento in entrambi i casi


Un’ordinanza che impone “alle mamme, zie e nonne il divieto di utilizzo degli attuali gruppi nonché il divieto assoluto di creare nuovi cosiddetti ‘gruppi mamme’ o analoghi”, pena “il sequestro dello smartphone e la sospensione dell’account Whatsapp fino al termine dell’anno scolastico”.

A pubblicarla, sul proprio profilo Facebook, il sindaco di Lavena Ponte Tresa (Varese) Massimo Mastromarino. Si tratta in realtà di un finto provvedimento, così come spiega Tgcom24. In realtà è una provocazione pensata in vista dell’inizio della scuola che sta raccogliendo decine di commenti di apprezzamento.

La finta ordinanza è stata pubblicata anche dal sindaco di Desulo (Nuoro) Gigi Littarru.

Questo il testo dell’ordinanza: “Considerato che la grande maggioranza di cittadini è in possesso di uno o più smartphone e che l’applicazione Whatsapp è installata sulla maggior parte degli smartphone in possesso dei cittadini. Considerato che la piattaforma Whatsapp può essere usata come uno strumento valido di comunicazione e scambio di messaggi e/o documenti soprattutto mediante lo strumento dei gruppi. Constatato altresì che la gran parte dei genitori soprattutto di sesso femminile (ai quali spesso si aggiungono nonne e zie e maestre) ne fa un uso massiccio e talvolta sconsiderato soprattutto per comunicazioni riguardanti la scuola. Preso atto purtroppo che la gran parte dei messaggi scambiati in questi cosiddetti “gruppi mamme” consiste di pettegolezzi, fake news, allarmismi, preoccupazioni eccessive, (dall’unghia incarnita al graffio sottocutaneo, dalla tinta della copertina del quaderno alla pasta stracotta della mensa, fino ad arrivare al terrapiattismo, no VAX, no TAC, no FAX, etc. etc.). Tenuto conto che l’attuale incertezza in materia di riapertura delle scuole causata dalla situazione sanitaria in atto potrebbe causare una esplosione di messaggi ed esternazioni in grado di confondere ancora di più la cittadinanza lasciando i genitori padri in balia delle schizofrenie delle mamme nonché di riflettersi negativamente sia sul personale docente che quello non docente. Constatato purtroppo che, immancabilmente, immutatamente, la responsabilità viene imputata al sottoscritto (“La colpa è sempre del Sindaco”). Al fine di preservare la salute mentale degli studenti, del personale docente, dei genitori di sesso maschile, costretti a sopportare le peggiori schizofrenie, e comunque della cittadinanza tutta, ordina alle mamme, zie e nonne il divieto di utilizzo degli attuali gruppi medesimi nonché il divieto assoluto di creare nuovi cosiddetti ‘gruppi mamme’ o analoghi.

La violazione della presente ordinanza sarà punita con il sequestro dello smartphone e con la sospensione dell’account Whatsapp fino al termine dell’anno scolastico. Avverso il presente provvedimento non è ammesso ricorso al Tar perché contrariamente a quanto pensino le mamme, il sindaco ha sempre ragione”.

“L’idea mi è venuta quando ho letto un’ordinanza simile su Facebook, postata nel gruppo ‘Se sei sindaco’ da Davide Ferrari, ex sindaco di Galliate, nel Novarese. Mi è piaciuta, così l’ho presa e l’ho adattata alle mie esigenze. Per ora a Lavena sono ricominciate solo le attività di una delle due scuole materne, mentre l’altra riaprirà il 7 e le elementari il 14, eppure i genitori mi stanno già scrivendo moltissimi messaggi. Un pizzico di apprensione, visto il periodo particolare, è comprensibile, ma non bisogna esagerare. Soprattutto quest’anno dovremmo focalizzare l’attenzione sulle cose veramente importanti, ovvero sulla grande gioia che tutti proveremo vedendo i bambini e i ragazzi tornare a scuola. Ho voluto stemperare la tensione cercando di strappare una risata”, ha detto Mastromarino a La Repubblica Milano.

“Le chat WhatsApp, dove ognuno dice la sua parlando per sé, stanno diventando una questione molto seria da affrontare – ha detto, invece, a Giornalettismo, Littarru -. Un sindaco di un paese vicino mi ha fatto riflettere. Mi ha detto che, con l’inizio dell’anno scolastico, sarebbe stato tutto un fiorire di chat WhatsApp cariche di messaggi contraddittori, di attacchi ai sindaci e alle istituzioni della scuola. ‘Bisognerebbe abolirle’ – mi ha detto. Questo mi ha dato lo spunto per scrivere quell’ordinanza scherzosa”.

“Gli italiani non leggono più. Si limitano alla prima riga. Viene meno, insomma, quell’attenzione e quel criterio di discernimento che ci fa capire quando la notizia è un fake e quando, invece, è vera. Bisognerebbe – conclude -. rivalutare i canali ufficiali di comunicazione: le chat dove partecipano tutti, senza un coordinatore, possono essere molto pericolose”.

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