Coronavirus, la ricerca avanza: due esami per identificare le persone a rischio

È la sfida del Policlinico Sant’Orsola di Bologna annunciata a TgCom dal professor Marco Ranieri del SantʼOrsola di Bologna. Intanto, Sanofi e Glaxo hanno avviato la sperimentazione clinica del vaccino, con lo stabilimento di Anagni primo in Europa ad avviare la produzione


Segnali incoraggianti dalla ricerca clinica, specie nella lotta al Covid. È quanto sostenuto dal professor Marco Ranieri del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, il quale, ai microfoni di TgCom24, ha altresì annunciato la possibilità di “identificare attraverso due esami, relativamente semplici, quei pazienti con insufficienza respiratoria acuta che hanno bisogno della terapia intensiva per la ventilazione meccanica e che sono ad altissimo rischio di mortalità: quattro volte superiore alla popolazione definita normale”.

Un’individuazione rapida dei soggetti a rischio, dunque, che segna un passo avanti in questa emergenza sanitaria.

Ranieri ha poi posto l’accento sull’attuale abbassamento dell’età media dei pazienti infetti, evidenziando come anche i più giovani possano avere pesanti conseguenze dalla malattia. Una sorta di monito alle giovani generazioni.

“In questo momento il virus circola in una popolazione che è enormemente più giovane e sana – ha detto – L’implicazione è quindi che la pressione sulle strutture sanitarie sia minore, ma continui ad esserci. L’età media dei pazienti in terapia intensiva si è ridotta: il virus fa male agli anziani, ma può far molto male anche ai giovani”.

Intanto, Sanofi e Glaxo hanno avviato la sperimentazione clinica di fase 1/2 per il loro vaccino anti-Covid. Sono stati coinvolti 440 adulti sani in 11 siti di sperimentazione negli Stati Uniti. L’obiettivo annunciato dalle aziende farmaceutiche è quello di produrre fino a un miliardo di dosi nel 2021. In prima linea ci sarà lo stabilimento di Anagni (Frosinone), che sarà il primo in Europa ad avviare la produzione del vaccino.

 

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