HomeOcchi PuntatiMini-riforma del codice della strada recata dal decreto-legge Semplificazione

Mini-riforma del codice della strada recata dal decreto-legge Semplificazione

La mini riforma riguarda diversi aspetti: come gli autovelox in città, implementazioni di percorsi e misure per una “mobilità dolce”, provvedimenti per i frontalieri


di Domenico Carola per il Sole 24 Ore*

La conversione in legge del Decreto Semplificazioni appena approvato dal Senato, dopo un tour de force che ha visto le commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato approvare ben 200 emendamenti. E in attesa di approvazione della Camera dei Deputati, non contiene solamente norme volte a semplificare (nomen omen) la burocrazia e l’ordinamento legislativo del nostro Paese. Tra le varie novità che il decreto introdurrà, infatti, troviamo anche una sostanziale riscrittura del Codice della Strada.
La conversione in legge del decreto Semplificazioni a Palazzo Madama appena approvato dal Senato si conclude Maggioranze trasversali e veti incrociati, hanno contraddistinto l’iter del testo, rallentandone il percorso. Ora, dopo il voto di fiducia dei senatori, il decreto dovrà ottenere il via libera della Camera dei Deputati in tempi strettissimi (i termini per convertire il dl scadono a metà settembre).
Come avevo anticipato ai colleghi ed agli addetti ai lavori già qualche mese fa, ma il Parlamento, stavolta, su pressione dei Comuni, è andato molto al di là delle previsioni. Oltre alle numerose modifiche al codice della strada introdotte per favorire la cosiddetta mobilità dolce, nei giorni scorsi il Senato ha scardinato l’ultimo tabù in materia di autovelox, cioè l’impossibilità di usare apparecchi fissi sulle strade urbane di quartiere. Tra qualche giorno, quando il cosiddetto decreto Semplificazioni sarà approvato definitivamente dalla Camera, sarà possibile installare strumenti per il controllo remoto delle violazioni anche su queste strade (e persino sulle strade locali, sulle strade urbane ciclabili, un’altra novità approvata a Palazzo Madama, e, in teoria, persino sugli itinerari ciclopedonali), previa autorizzazione del prefetto. Una norma che, abbinata al dilagare, spesso indiscriminato, delle zone 30, rischia di provocare valanghe di multe anche in assenza di comportamenti oggettivamente pericolosi.
Ergo, ricapitolando, a differenza di quanto accade sinora, gli autovelox potranno essere montati anche nelle strade di quartiere, e non solo su quelle a scorrimento veloce. Ciò vuol dire che, molto probabilmente, si assisterà a un proliferare di nuove macchinette all’interno dei centri storici, con l’obiettivo di tutelare l’incolumità dei pedoni. Sarà comunque il Prefetto ad autorizzare le installazioni dopo aver valutato la pericolosità delle strade, in modo da poter tutelare pedoni e gli utenti vulnerabili

Nuovi poteri all’ausiliare del traffico
Ma nel codice della strada entra un nuovo articolo, il 12-bis, che consentirà anche ai dipendenti dei Comuni e delle società private che gestiscono la sosta regolamentata o che gestiscono i parcheggi di accertare le violazioni della sosta o della fermata. Lo stesso potere, compreso quello di disporre la rimozione dei veicoli, sarà concesso, incredibilmente, anche ai dipendenti delle aziende municipalizzate o delle imprese addette alla raccolta dei rifiuti urbani e alla pulizia delle strade. In questo caso, però, il potere di elevare multe in materia di sosta o di fermata sarà limitato, bontà del Parlamento, ai casi “connessi all’espletamento delle predette attività”. Ciò, però, non vuol dire che potranno farlo solo se l’auto intralcia lo svuotamento di un cassonetto. La norma, infatti, parla anche di “aree limitrofe a quelle oggetto dell’attività di propria competenza che sono funzionali, rispettivamente, alla gestione degli spazi per la raccolta dei rifiuti urbani o alla fruizione delle corsie o delle strade riservate al servizio di linea”. Non solo. In tutti i casi per accertare le violazioni sarà possibile ricorrere all’uso della tecnologia digitale e a strumenti elettronici e fotografici. Il potere di elevare multe sarà concesso a persone senza precedenti penali e dopo il superamento “di un’adeguata formazione”. A loro sarà conferita, durante lo svolgimento delle proprie mansioni, la qualifica di pubblico ufficiale.
Per il resto il pacchetto di misure approvato dal Senato si concentra molto, come accennato all’inizio, sulla mobilità dolce.
Ed allora vediamo nel dettaglio tutte le novità in arrivo.

Bici contromano
Questa novità era nell’aria da tempo: con ordinanza del sindaco, e previa installazione di apposita segnaletica, sulle strade urbane di quartiere, locali, urbane ciclabili e sugli itinerari ciclopedonali le biciclette potranno circolare contromano, ma solo lungo la cosiddetta corsia ciclabile, già introdotta con il decreto Rilancio, la c.d. bike lane, che può essere impegnata anche da altri veicoli, anche quando sono presenti fermate del bus, e che può essere valicabile limitatamente alla necessità di effettuare la sosta o la fermata, ovviamente nel caso in cui vi sia, al di là di essa, “una fascia di sosta veicolare”. La corsia ciclabile potrà consentire anche la circolazione contromano. La riforma, infatti, introduce anche la cosiddetta “corsia ciclabile per doppio senso ciclabile”, che potrà essere realizzata sulle strade con limite di velocità pari a 30 km/h o su quelle che fanno parte di una zona a traffico limitato. Ciò, incredibilmente, “indipendentemente dalla larghezza della carreggiata, dalla presenza e dalla posizione di aree per la sosta veicolare e dalla massa dei veicoli autorizzati al transito”. Si chiamerà “doppio senso ciclabile” e sarà posta a sinistra rispetto al senso di marcia, “idonea a permettere la circolazione sulle strade urbane dei velocipedi in senso contrario a quello di marcia degli altri veicoli”. Inoltre è prevista la realizzazione della “casa avanzata” (in parole povere uno spazio riservato e dedicato esclusivamente alle biciclette in posizione avanzata rispetto alla linea di arresto per tutti gli altri veicoli ai semafori o agli incroci, per garantire maggior sicurezza a chi è in sella alle due ruote).

Debutta la strada urbana ciclabile
Nell’articolo del Codice dedicato alla definizione e alla classificazione delle strade c’è una new entry: la strada urbana ciclabile così definita: “strada urbana ad unica carreggiata, con banchine pavimentate e marciapiedi, con limite di velocità non superiore a 30 km/h, definita da apposita segnaletica verticale ed orizzontale, con priorità per i velocipedi”.

Precedenza alle biciclette
Lungo le strade urbane a senso unico in cui è consentita la circolazione a doppio senso ciclabile, qualora risulti non agevole l’incrocio, i conducenti degli altri veicoli devono dare la precedenza alle bici che circolano sulla corsia ciclabile per doppio senso ciclabile.

Sorpasso di biciclette “a ridottissima velocità”
Lungo le strade urbane ciclabili, nel caso in cui sia necessario sorpassare una bicicletta, bisognerà rallentare e farlo “a ridottissima velocità qualora le circostanze lo richiedano” e comunque “usare particolari cautele al fine di assicurare una maggiore distanza laterale di sicurezza” a causa della “probabilità di ondeggiamenti e deviazioni” da parte della bicicletta.

Bici sulle strade riservate ai bus
A tutto questo si aggiungeranno, poi, le “corsie bici-bus” purché non siano presenti binari tramviari a raso ed a condizione che, salvo situazioni puntuali, il modulo delle strade non sia inferiore a 4,30 m. I conducenti dovranno dare la precedenza alle bici che transitano sulle strade urbane ciclabili o vi si immettono, anche da luogo non soggetto a pubblico passaggio.

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