HomeOcchi PuntatiCoincidenza tra casi di influenza e covid nei bambini: pediatri in allerta

Coincidenza tra casi di influenza e covid nei bambini: pediatri in allerta

I bambini che risulteranno positivi al coronavirus potranno essere riammessi in classe solo dopo essersi sottoposti a un tampone con esito negativo. Il semplice certificato medico sarà sufficiente invece in tutti i casi, ad esempio un trauma, in cui il sospetto di Covid sia stato precedentemente escluso.


In vista dell’arrivo dell’autunno continua a preoccupare scienziati e medici la possibile coincidenza tra influenza stagionale e pandemia da coronavirus.

L’allarme rischia di concretizzarsi con la riapertura delle scuole; di fatto, dunque, nel prossimo autunno e inverno anche i pediatri saranno chiamati agli straordinari.

D’altro canto, come riferisce Davide Falcioni in un articolo pubblicato su Fanpage, circa il 90 per cento delle richieste di assistenza che solitamente arrivano loro nei mesi più freddi dell’anno riguardano sintomatologie quasi sovrapponibili a quella presentata dal Covid-19. Saranno due i modi grazie ai quali gli studenti potranno tornare in classe: con un certificato medico – per le fasce d’età 0-6 anni (in tutti i casi, ad esempio un trauma, in cui il sospetto di Covid sia stato escluso) – oppure, nella gran parte dei casi, con attestazione di negatività al Sars-Cov-2, previo tampone.

Paolo Biasci, presidente del sindacato dei pediatri di famiglia Fimp, ha spiegato: “Con l’avvio delle scuole ci aspettiamo contatti telefonici decuplicati: solo noi abbiamo contezza di quanto grande e numerosa sia la patologia che rischia di sovrapporsi al Covid e inevitabilmente ci sarà una massiccia richiesta di tamponi.

Le linee guida dell’Istituto superiore di sanità approvate nei giorni scorsi dalla Conferenza unificata sono chiare: il gold standard in tutti i casi sospetti è il tampone rino-faringeo, che spetta al pediatra richiedere sulla base di una segnalazione della famiglia o da parte della scuola, se i sintomi si presentano lì. Ovviamente la parola d’ordine è tempestività, così come richiedono le linee guida, ma questo sarà davvero possibile solo se e quando saranno validati i test rapidi”.

Saranno quindi i pediatri a prescrivere il tampone ogni qualvolta dovessero trovarsi di fronte a bambini con sospetti sintomi di Covid.

E saranno sempre loro a rilasciare il “nulla osta” al ritorno in classe dei bambini infetti da coronavirus dopo un altro tampone negativo: “Siamo tenuti ad attestare e non a certificare, in questo caso, perché la certificazione è ammessa solo dopo una visita – spiega al Sole 24 Ore Giuseppe Di Mauro, presidente della Sipps -. Se poi il bambino che sia già risultato negativo al tampone per Covid viene nel mio studio magari per una tonsillite, posso certificare in vista della riammissione la fine di quella malattia”.

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