Coronavirus, asintomatici e non: chi deve fare i tamponi? Le regole

La proposta delle Regioni e le linee guida già in vigore. Intanto il sistema di tracciamento va in crisi e Pregliasco spiega: “Priorità alle famiglie dei contagiati”. Mentre per le scuole “serve attenta valutazione”


Contagi da Covid in costante e rilevante ascesa. Ma oltre il 56% della popolazione adulta e il 75% della popolazione tra i 2 e i 6 anni è asintomatico. E per scoprire se si è infetti, nonostante l’assenza di evidenze, serve il tampone. Ma su chi e come farlo oggi è caos. E sono tanti gli interrogativi ancora in piedi sul ruolo delle persone che non presentano sintomi pure se affette da Covid. Primo fra tutti: sono contagiosi?

Un articolo di Cristina Marrone per il Corriere della Sera prova a fornire alcuni chiarimenti.

“Oggi sappiamo – si legge – che la massima infettività coincide con il momento immediatamente precedente alla comparsa dei primi sintomi (un paio di giorni prima). Il ruolo degli individui non sintomatici (pre sintomatici e asintomatici) sembra, di conseguenza, fondamentale nell’espandersi della pandemia. Uno studio ha stimato che il 44 per cento delle infezioni deriva da individui pre-sintomatici, un altro ha stimato una forbice dal 40 all’80 per cento. Per questo motivo il sistema di tracciamento ha l’obiettivo di testare tutti coloro che hanno avuto contatti con soggetti positivi, per identificare velocemente anche i soggetti asintomatici che hanno un ruolo non secondario nella diffusione del virus”.

Tuttavia, con il moltiplicarsi dei casi questo sistema di contact-racing è andato in tilt e le Ats non sono più in grado di scovare tutti coloro che hanno avuto contatti con un positivo. Ed è scattata la corsa al tampone, con sovraffollamento dei presidi territoriali.

Le Regioni, con l’acqua alla gola, hanno chiesto di tamponare solo i sintomatici e i famigliari conviventi, tenuto conto che il virus si diffonde soprattutto in famiglia (l’80% dei focolai è tra le mura domestiche).

In loro soccorso il virologo Fabrizio Pregliasco che avverte: “Non si può fare il tampone a tutti e oggi la richiesta di eseguire test sembra motivata dalla ricerca di un conforto psicologico. Serve un’oggettiva necessità senza cadere nell’affollamento. Nella situazione in cui siamo – prosegue – è giusto dare la precedenza ai familiari dei contagiati perché in casa sussiste davvero un contatto stretto e prolungato e il virus si diffonde facilmente. Sulle scuole invece occorre un’attenta valutazione. Intanto un aiuto potrà arrivare dai tamponi rapidi antigenici per uno screening di massa (non ancora arrivati in Lombardia, ndr). Chi risulta positivo sarà poi sottoposto a tampone molecolare per confermare la diagnosi, mentre i negativi rientrano in classe. Ad ogni modo dal momento che ora la maggior parte degli studenti indossa la mascherina anche in classe non sarebbero da considerare ‘contatti stretti’ (chi è rimasto faccia a faccia con un positivo a meno di 2 metri di distanza, per almeno 15 minuti e senza indossare la mascherina, ndr) e spetta alle Ats decidere con attenzione chi sottoporre a tampone”.

Ed ecco dunque le regole.

I POSITIVI ASINTOMATICI: devono restare in isolamento per almeno 10 giorni dal momento in cui gli viene comunicato l’esito del test. Al termine di questo periodo devono sottoporsi a un nuovo tampone: se risulta negativo possono terminare l’isolamento.

IL CONTATTO STRETTO ASINTOMATICO (quindi sano): deve rimanere in quarantena per 14 giorni dal momento in cui ha avuto il proprio ultimo contatto con la persona positiva, se l’incontro era avvenuto nelle 48 ore precedenti a quando quella persona è stata sottoposta al tampone. Al termine delle due settimane non deve fare un tampone, salvo nel frattempo non siano emersi sintomi o gli sia stato richiesto di sottoporsi ai test dalle autorità sanitarie. In alternativa, per accorciare i tempi della quarantena, il contatto stretto può sottoporsi a un tampone dopo dieci giorni dall’ultimo contatto con il caso positivo: se il test risulta negativo, finisce immediatamente la quarantena; se il tampone dà esito positivo, il contatto stretto diventa ufficialmente un contagiato e deve quindi sottoporsi all’isolamento vero e proprio.

 

 

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