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Le Regioni al governo: “Limitare gli spostamenti degli anziani per ridurre la diffusione del Covid”

La proposta di contenere gli spostamenti dei soggetti più anziani è stata prospettata da alcuni governatori delle regioni del nord


Limitare gli spostamenti degli over 70 per cercare di ridurre la diffusione del coronavirus: è una delle ipotesi prospettata da Lombardia, Piemonte e Liguria al vertice con i ministri Boccia e Speranza in vista del nuovo Dpcm. La proposta, come riporta il sito Tgcom24, è stata avanzata dal governatore ligure Giovanni Toti ed è stata condivisa dai suoi omologhi piemontese e lombardo, Alberto Cirio e Attilio Fontana. Per quest’ultimo “servono misure uniformi in tutto il Paese”.

Proprio il presidente della Regione Liguria è finito in mattinata nell’occhio del ciclone per delle affermazioni a dir poco spiacevoli contenute in un post diffuso sui social. Toti ha parlato dei decessi nella sua regione, definendo 22 dei 25 morti totali “pazienti molto anziani non indispensabili allo sforzo produttivo del paese”.

In relazione ai contraccolpi dell’emergenza sanitaria sull’economia è intervenuto il ministro dell’economia Gualtieri, secondo il quale è necessario adottare “misure intermedie, anche dolorose” per evitare un lockdown totale. “Il governo – ha spiegato – darà tutto il sostegno necessario nella misura in cui sarà necessario. Abbiamo le risorse per farlo” ha aggiunto.

Ad allarmare in questo momento è soprattutto la situazione degli ospedali. “Sarebbe utile – ha annunciato Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici – che lo Stato e le Regioni mettessero i medici nelle condizioni poter assistere tutti con una migliore organizzazione.

Penso alle strutture ospedaliere spesso in deficit di organico, con reparti repentinamente trasformati per assistere gli ammalati Covid. “Penso all’assistenza territoriale abbandonata a se stessa. Non è accettabile che un medico di famiglia, ad esempio, debba da solo somministrare 800 vaccini o eseguire decine di tamponi in assenza di personale di studio o di un infermiere. Urge una nuova organizzazione dell’assistenza primaria” – ha concluso Anelli.

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