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Sembrava morbillo ma era Covid, spunta il nuovo paziente 1: è un bimbo di 4 anni

A fine novembre del 2019 il piccolo, di Milano, finì in pronto soccorso con sintomi respiratori e macchie sulla pelle. Il tampone orofaringeo per la malattia esantematica a cui venne sottoposto è stato analizzando successivamente evidenziando la presenza di SarsCov2


Coronavirus: spunta un nuovo paziente 1 in Italia. Si tratta di un bimbo di 4 anni di Milano. Aveva i sintomi del morbillo e invece era Covid-19, solo che ancora non lo si poteva immaginare perché era il primo dicembre del 2019.

Come riferisce l’Huffpost a dimostrare che il virus SarsCov2 circolava in Italia già dall’autunno dell’anno scorso è uno studio dell’Università Statale di Milano. Come si legge nello studio, il 30 novembre il bambino era stato portato al pronto soccorso con sintomi respiratori e vomito e il primo dicembre erano comparse macchie sulla pelle simili a quelle del morbillo. Il 5 dicembre, dunque 14 giorni dopo l’inizio dei sintomi, gli viene fatto un tampone orofaringeo per il morbillo, che analizzato poi successivamente ha mostrato che invece la causa era il SarsCov2.

“L’idea – precisa Silvia Bianchi, una dei ricercatori – è stata quella di indagare retrospettivamente tutti i casi di malattia esantematica identificati a Milano dalla rete di sorveglianza di morbillo e rosolia tra settembre 2019 e febbraio 2020, risultati negativi alle indagini di laboratorio per la conferma di morbillo”.

Il SarsCoV2 può infatti dar luogo a sindrome simil-Kawasaki e manifestazioni cutanee, comuni ad altre infezioni virali, come il morbillo. Le iniziali descrizioni di tali sinti associati a Covid-19 sono arrivate proprio dai dermatologi della Lombardia. Che il virus circolasse da tempo era ipotizzabile, sottolineano i ricercatori, dall’impatto brusco e repentino con cui si è manifestata la pandemia e dalle successive ricerche, fra cui il rilevamento del virus nelle acque reflue di Milano a metà dicembre 2019. La lunga e non riconosciuta diffusione del coronavirus nel Nord Italia potrebbe spiegare, almeno in parte, l’impatto devastante e il rapido decorso della prima ondata.

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