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Covid, ‘miracolo’ India: quasi zero casi, l’immunità di gregge è a un passo

Secondo uno studio del Council of Medical Research indiano in via di pubblicazione, il 25% degli abitanti sarebbe stato finora infettato: circa 335 milioni. Il picco massimo dei contagi registrato finora risale a settembre


NUOVA DEHLI. L’India ci sta raccontando che l’immunità di gregge contro il Covid-19 si può raggiungere. Anche prima della vaccinazione di massa. Nelle ultime settimane il numero di nuovi contagiati e di morti nel Paese è crollato. In alcune grandi città ma anche in certi villaggi. A livello di tutta l’India, il picco massimo di contagi era stato raggiunto lo scorso 16 settembre, con 97.895 casi in 24 ore; ieri, i nuovi contagiati sono stati 10.974 con 86 morti (dati Worldometer), su un Paese di un miliardo e 340 milioni di abitanti. Certezze scientifiche sulle ragioni della drastica diminuzione non ci sono ma gli esperti ritengono che nel Paese abbiano contratto il virus molti più dei dieci milioni e 700 mila contagiati ufficiali.

Secondo uno studio del Council of Medical Research indiano in via di pubblicazione, il 25% degli abitanti sarebbe stato finora infettato, 335 milioni. Con ogni probabilità, dicono gli scienziati, ciò significa che in alcune zone si è raggiunta o si è vicini a raggiungere l’immunità di gregge, cioè la quota di persone contagiate, con sintomi o meno, oltre la quale il virus va a spegnersi sbattendo contro un muro di individui immuni. Statistiche sui test sierologici indicano che a Delhi tra il 45 e il 50% degli abitanti è stato contagiato, a Mumbai il 57%, a Pune l’85%, a Kolkata più del 30%, nell’intero Karnataka, lo Stato di Bangalore, il 44%.

In alcuni ospedali della capitale Delhi, ai reparti Covid non arrivano malati, in questi giorni. L’immunologo Satiajit Rath, dell’Istituto Nazionale di Immunologia, dice che la prima spiegazione sta probabilmente nelle “affollate località cittadine”, nelle quali nei mesi scorsi il virus ha potuto correre più che altrove. Una seconda sta nel fatto che il Paese è povero e molti non hanno potuto lavorare da casa. Mantenere il distanziamento non è sempre facile e le norme igieniche non sono sempre rispettate. In più, la popolazione è molto giovane, il 50% ha meno di 25 anni e gli ultra 65enni sono solo il 6,5% del totale: probabilmente, molti sono stati infettati senza accorgersene.

L’India realizza il 60% del totale mondiale dei vaccini. La campagna di immunizzazione è partita il 16 gennaio e interesserà per ora solo i 30 milioni di operatori della sanità. Nonostante la tendenza alla diminuzione dei casi, verrà portata avanti a livello di massa: in alcune aree, ad esempio nel Kerala, il virus corre ancora. Le dosi non dovrebbero mancare: il Serum Institute, numero uno al mondo per i vaccini, sta producendo quello di AstraZeneca e un altro, Covaxin, è stato sviluppato localmente.

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