Arriva il primo Dpcm dell’era Draghi: confermata la stretta su barbieri e parrucchieri

Respira la cultura: via libera alla riapertura di cinema e teatri in zona gialla. Ma la scuola in presenza resta una delle preoccupazioni principali. GUARDA IL VIDEO


ROMA. I ministri per gli Affari regionali e della Salute, Mariastella Gelmini e Roberto Speranza, hanno illustrato in conferenza stampa nel pomeriggio del 2 marzo le nuove misure del Dpcm sull’emergenza epidemiologica da Covid-19. All’incontro hanno partecipato il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli.

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Il nuovo Dpcm sarà in vigore dal 6 marzo, fino al 6 aprile. Le restrizioni, dunque, riguarderanno anche le festività pasquali. Prosegue la linea del rigore. Di sicuro resta il sistema a fasce, il coprifuoco e lo stop agli spostamenti tra regioni. Non riaprono palestre, piscine e impianti sciistici. Tra le modifiche più attese il via libera all’apertura di cinema e teatri dal 27 marzo, in zona gialla, come aveva chiesto il ministro alla Cultura, Dario Franceschini. Un’altra novità è la chiusura in zona rossa di barbieri e parrucchieri, finora considerati tra i servizi alla persona che potevano rimanere aperti mentre vengono definite meglio anche le limitazioni in zona bianca.

Tra i nodi da risolvere, quello sulla scuola. Da lunedì 7 marzo, infatti, tutte le scuole – materna e primaria anche – saranno chiuse nelle zone rosse, così come annunciato dal coordinatore del Cts Agostino Miozzo, uscendo dalla riunione della cabina di regia di Palazzo Chigi. Nella mattinata del 2 marzo una nuova riunione e un ulteriore confronto con i presidenti di regione. A palazzo Chigi si è svolta la riunione della cabina di regia, oltre al premier Mario Draghi, i ministri Roberto Speranza, Maria Stella Gelmini, Daniele Franco, Patrizio Bianchi, Giancarlo Giorgetti, Dario Franceschini, Stefano Patuanelli, Elena Bonetti. Presenti anche i rappresentanti del Cts. Poi alle 12 l’incontro con gli enti locali. “Siamo stati convocati questa mattina dal governo per un confronto sul dpcm che sara’ emanato nelle prossime ore” ha spiegato Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza Stato-Regioni e dell’Emilia-Romagna. Il ministro dell’Istruzione Bianchi ieri ha insistito perché nel Dpcm sia scritto chiaramente che, se i negozi e le altre attività sono aperte, devono restare in presenza anche le scuole. In altre parole, per il ministro, se si devono chiudere le scuole per motivi sanitari, i governatori possono farlo solo se contestualmente bloccano anche le altre attività, “compresi negozi e centri commerciali”. L’ipotesi che si è consolidata infine è quella che nelle zone arancioni decideranno le Regioni: facoltà di chiudere quando si raggiungono 250 casi positivi ogni 100 mila abitanti.

Durante l’incontro sono emerse preoccupazioni per le varianti del virus, soprattutto per quella brasiliana che – ha riportato in conferenza stampa il presidente del Iss Brusaferro – ormai supera il 4%. Confermata nel testo la suddivisione dell’Italia in fasce colorate, bianca, gialla, arancione e rossa: per ora i criteri non cambiano.

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