PA, Brunetta: “Smart working solo se migliora l’efficienza del lavoro”

Il ministro ha altresì espresso la necessità di cambiare le regole dei concorsi. Ed ha aggiunto: nel pubblico impiego occorrono 150mila assunzioni l’anno


ROMA. La Pubblica amministrazione ‘guarda’ al dopo pandemia. E il ministro Renato Brunetta anticipa alcuni punti salienti del suo cronoprogramma, anche alla luce dei fondi del Recovery.

L’esponente forzista del Governo Draghi – riferisce TgCom24 – ha innanzitutto evidenziato che per ripristinare il turn over nella P.a. ci vogliono 150mila assunzioni l’anno, ribandendo altresì la necessità di cambiare le regole dei concorsi.
Non poteva poi mancare un passaggio sul tema dello smart working, ammesso “solo se migliorerà l’efficienza del lavoro e la soddisfazione del cliente, altrimenti si tornerà sul posto di lavoro”.
Nel suo discorso, il ministro ha citato l’esempio di una conferenza dei servizi che si può svolgere in teleconferenza in modo efficiente e con soddisfazione. “Non è invece accettabile una situazione come quella accaduta di sportelli al pubblico chiusi con scritto: chiuso per smart working. I clienti finali sono stati silenziati”.

“La Pubblica amministrazione – ha poi aggiunto – non può essere un ammortizzatore sociale, altrimenti facciamo un cattivo servizio per i cittadini. Cerco di rimettere in moto gli ascensori sociali nel pubblico impiego per i nostri figli”.

Ed ha concluso: “Voglio fare della Pubblica amministrazione il grande catalizzatore del Recovery, che alleggerisca sul mercato le regole e faccia funzionare meglio l’economica di mercato. Altrimenti non solo è un costo, ma anche un peso”.

 

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