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L’Italia riapre, ecco la bozza del decreto in vigore dal 26 aprile

Ripristinate le zone gialle, restano alcune norme per gli spostamenti e le visite ai parenti ma sì ai centri commerciali nel fine settimana: tutte le nuove misure a un passo dall’approvazione governativa


ROMA. Ci siamo: l’Italia riapre, gradualmente, a partire dal 26 aprile. La bozza del decreto al vaglio del governo Draghi dovrebbe essere approvata entro la settimana, per consentire la ripartenza lunedì prossimo. Ci sono alcune conferme ma anche diverse novità, ed è previsto un programma step-by-step per tentare di assicurare riaperture il più possibile sicure.

Nel nuovo decreto dovrebbe, intanto, essere ripristinata la zona gialla. Prevede, tra le altre cose, un persistere della norma che consente una sola visita al giorno a parenti e amici. Lo spostamento è però vietato in zona rossa. Le regole per gli spostamenti varrebbero dal 1 maggio al 15 giugno. Viene confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5. Nella bozza si legge che “dal 1 maggio al 15 giugno 2021, nella zona gialla e, in ambito comunale, nella zona arancione, è consentito lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, nel rispetto dei limiti orari agli spostamenti e nel limite di quattro persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minorenni sui quali tali persone esercitino la responsabilità genitoriale e alle persone con disabilità o non autosufficienti conviventi”. Lo spostamento di cui al presente comma non è consentito nei territori nei quali si applicano le misure stabilite per la zona rossa.

È stata inserita inoltre una norma che regolamenta “gli spostamenti in entrata e in uscita dai territori delle Regioni e delle Province autonome collocati in zona arancione o rossa ai soggetti muniti delle certificazioni verdi”. Quest’ultimo è il tanto chiacchierato ‘pass’, ovvero una “certificazione verde” comprovante “lo stato di avvenuta vaccinazione, o guarigione dall’infezione, ovvero l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo”. “Le certificazioni verdi Covid-19 – si legge nella bozza – sono rilasciate al fine di attestare una delle seguenti condizioni: a) avvenuta vaccinazione anti-SARS-CoV-2, al termine del prescritto ciclo; b) avvenuta guarigione da COVID-19, con contestuale cessazione dell’isolamento prescritto in seguito ad infezione da SARS-CoV-2, disposta in ottemperanza ai criteri stabiliti con le circolari del Ministero della salute; c) effettuazione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo”.

La certificazione “ha una validità di sei mesi ed è rilasciata in formato cartaceo o digitale, su richiesta dell’interessato, dalla struttura sanitaria che effettua la vaccinazione e contestualmente alla stessa, al termine del prescritto ciclo, e reca indicazione del numero di dosi somministrate rispetto al numero di dosi previste per l’interessato. Contestualmente al rilascio, la predetta struttura sanitaria, anche per il tramite dei sistemi informativi regionali, provvede a rendere disponibile detta certificazione nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato”. Il documento “cessa di avere validità qualora, nel periodo di vigenza semestrale, l’interessato venga identificato come caso accertato positivo”. Anche quelle “rilasciate precedentemente alla data di entrata in vigore del presente decreto sono valide per sei mesi a decorrere dalla data indicata nella certificazione”. In caso di certificazione a seguito di avvenuto tampone negativo, essa “ha una validità di quarantotto ore dal rilascio ed è prodotta, su richiesta dell’interessato, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche da quelle private autorizzate e accreditate e dalle farmacie che svolgono i test”.

Un nodo chiave è la riapertura di bar e ristoranti dal 26 aprile. “Nella zona gialla sono consentite le attività dei servizi di ristorazione con consumo al tavolo esclusivamente all’aperto, anche a cena, nel rispetto dei limiti orari agli. Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati”, si legge nella bozza. Nell’ottica delle riaperture step-by-step, dal 1 giugno “nella zona gialla, le attività dei servizi di ristorazione sono consentite anche al chiuso, con consumo al tavolo, dalle 5 alle 18, o fino a un diverso orario stabilito con deliberazione del Consiglio dei ministri”. Restano aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, gli itinerari europei E45 e E55, negli ospedali e negli aeroporti, nei porti e negli interporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.

Si torna a parlare di piscine e palestre: “A decorrere dal 26 aprile 2021, in zona gialla, nel rispetto delle linee guida vigenti, è consentito lo svolgimento all’aperto di qualsiasi attività sportiva anche di squadra e di contatto. È comunque interdetto l’uso di spogliatoi”. Dal 15 maggio, inoltre, “in zona gialla sono consentite le attività di piscine all’aperto in conformità ai protocolli e alle linee guida adottati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sulla base dei criteri definiti dal Comitato tecnico-scientifico”. Infine, a decorrere dal 1 giugno, in zona gialla saranno “consentite le attività di palestre in conformità ai protocolli e alle linee guida adottati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome”, ma sempre “sulla base dei criteri definiti dal Comitato tecnico-scientifico”.

Come largamente annunciato dal ministro della Cultura Dario Franceschini, cinema e teatri tornano a respirare in zona gialla a partire dal 26 aprile. La bozza spiega che, da quella data, “gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, live-club e in altri locali o spazi anche all’aperto sono svolti esclusivamente con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale”. Un’ulteriore precisazione riguarda i posti: “La capienza consentita non può essere superiore al 50 per cento di quella massima autorizzata e il numero massimo di spettatori non può comunque essere superiore a 1.000 per gli spettacoli all’aperto e a 500 per gli spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala. Le attività devono svolgersi nel rispetto delle linee guida vigenti. Restano sospesi gli spettacoli aperti al pubblico quando non è possibile assicurare il rispetto delle condizioni di cui al presente articolo”, si legge nella bozza.

Infine, dal 15 maggio, in zona gialla, potranno “svolgersi le attività degli esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati e dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali e altre strutture ad essi assimilabili nei giorni festivi e prefestivi”.

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