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Covid, trovato il progenitore del virus: è nato in Cina ma non a Wuhan

E circolava da ottobre in tutto il mondo. Nessuna traccia invece dell’animale che l’ha incubato e ha fatto da vettore. Lo studio della Temple University di Philadelphia


È nato in Cina ma non a Wuhan e circolava in tutto il mondo già ad ottobre del 2019: questo ciò che emerge dallo studio condotto da un gruppo di ricercatori della Temple University di Philadelphia guidato da Sudhir Kumar, impegnati a ricostruire la genesi del virus Sars CoV-2, per stabilirne l’origine.

È stato, dunque, individuato l’antesignano del cosiddetto Covid-19, mentre resta ignoto l’animale che può aver fatto da serbatoio naturale.
Gli studiosi – riferisce l’Ansa – hanno ricostruito l’albero genealogico, analizzando una sequenza genetica dopo l’altra fra quelle depositate nelle banche dati internazionali, e hanno scoperto che il progenitore del Sars CoV-2, chiamato proCoV2, e le sue varianti, circolavano in tutto il mondo già nell’ottobre 2019.

Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Molecular Biology and Evolution – si legge – proCov2 è l’antenato comune più recente, una sorta di ‘madre’ di tutta la famiglia del coronavirus Sars CoV-2.

“Per identificare il genoma progenitore è stata utilizzata una tecnica di uso comune nella ricerca sul cancro, chiamata analisi dell’ordine di mutazione, che si basa sull’analisi dei ceppi mutanti – dice all’ANSA il genetista Giuseppe Novelli, dell’Università di Roma Tor Vergata – Si osserva la frequenza con cui le coppie di mutazioni appaiono insieme per trovare la radice del virus”.

Studiando le sequenze si può anche datare con una certa approssimazione l’origine del virus: “Il gruppo di Kumar – ancora Novelli – stima che il virus abbia un tasso di mutazione di circa 2 mutazioni al mese e che abbia avuto origine almeno 6-8 settimane (quindi a fine ottobre 2019) prima del primo genoma sequenziato in Cina, noto come Wuhan-1”.

Questo spiegherebbe la diffusione precoce in molti Paesi, compreso l’Italia, dove il virus era arrivato nel dicembre 2019, prima dei casi di Wuhan. Il progenitore – si legge – è però diverso dai genomi dei primi coronavirus raccolti nella capitale della provincia dell’Hubei per tre variazioni, il che significa, secondo i ricercatori, che nessuno dei primi pazienti di Wuhan è stato il caso zero che ha dato origine alla catena di contagi.

Le mutazioni del progenitore e i suoi discendenti hanno prodotto poi molti ceppi di coronavirus diventati dominanti, prendendo nel tempo l’uno il posto dell’altro in Asia ed Europa. Il progenitore del virus Sars CoV-2 è quindi nato in Cina, dove ha dato origine a una famiglia di coronavirus che si è diffusa in tutto il mondo, nella prima fase della pandemia; di questi numerosi ‘nipoti’ fa parte il ceppo che ha innescato il primo focolaio di Wuhan. “Gli eventi di dicembre a Wuhan – commenta Kumar – hanno rappresentato il primo evento di superdiffusione di un virus che aveva tutti gli strumenti necessari per provocare una pandemia”. Per Novelli “questo tipo di conoscenze potrebbero aiutarci a trovare nuovi modi per bloccare i virus e terapie che funzionano sull’intera famiglia di virus, invece di uno solo”.

 

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