HomeOcchi PuntatiCovid, allerta variante Delta: nuovi tamponi per individuarla

Covid, allerta variante Delta: nuovi tamponi per individuarla

In arrivo anche in Italia appositi test per la ricerca di una mutazione chiamata N501Y. Ecco come funzionano


ROMA. La nuova allerta Covid, in tempo di campagna di immunizzazione, deriva dalla variante delta, cosiddetta ‘indiana’, per il fatto di essere in grado, talvolta, di ‘bucare’ i vaccini ad oggi diffusi.

Ed è così che per la ricerca diagnostica si fa strada un nuovo tipo di test in grado di riconoscerla. Sono in arrivo anche in Italia – riferisce SkyTg24 – dei particolari tamponi che, rispetto a quelli attualmente utilizzati, non cercano le mutazioni nella proteina Spike, utilizzata dal virus per invadere le cellule, ma cercano una mutazione chiamata N501Y, presente in tutte le principali varianti finora note tranne che nella Delta, in particolare la B.1.671.2, che è la più diffusa delle tre varianti identificate appunto in India.

“Servono nuovi criteri di analisi dei tamponi con un’alta carica virale per riuscire a individuare la variante Delta – osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano – Questo primo screening è necessario – prosegue – in quanto l’assenza della mutazione N501Y in un tampone positivo farebbe immediatamente scattare il nuovo algoritmo diagnostico, che potrebbe prevedere l’immediata ricerca della variante Delta”.

Questo – si legge ancora – sarebbe possibile grazie a un “test di cattura delle varianti che potrebbe rilevare mutazioni specifiche della variante Delta, come la L452R, ma anche delle varianti Beta e Gamma, come K417N e E484K, che sono note sfuggire, almeno parzialmente, ai vaccini dopo la prima dose e in alcuni casi dopo la seconda”

I nuovi test per la diagnosi delle varianti si annunciano come uno strumento che può dare un contributo importante per ottenere una stima delle varianti del virus SarsCoV2 in circolazione
“in un contesto in cui soltanto poco più di un quarto della popolazione è stata vaccinata con la doppia dose – aggiunge il virologo – è necessario fare un monitoraggio stretto della variante Delta e di altre varianti pericolose”.

 

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