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Tangenti a Pizzone, la verità dell'ex sindaco: “Col calcio ci ho rimesso soldi”

Il Municipio di Pizzone

Non solo non avrebbe preso un euro. Ma di soldi, nel mondo del calcio, ne avrebbe anche persi parecchi. Michele Cozzone, ex sindaco di Pizzone indagato per corruzione ed evasione fiscale, racconta la sua verità sull’inchiesta ‘Aurora’, che lo vede coinvolto insieme all’ingegnere Giovanni Farrocco in un presunto giro di tangenti. L’ex primo cittadino è molto cortese al telefono, ma la voce tradisce una punta di risentimento per il trattamento ricevuto dalla procura di Isernia. “Escludo qualsiasi responsabilità – ha dichiarato Cozzone – questa è una storia che non sta in piedi”. Ma allora gli undici appalti vinti per dieci anni di fila dall’azienda Socem di Farrocco? L’ex amministratore non ha dubbi: “Non c’era nessun monopolio, le cose non stanno così”’. Qual è la verità, allora? “Dobbiamo leggere le carte dell’inchiesta – ha tagliato corto – non posso essere più preciso. Mi difenderò con l’ausilio dei miei legali e dimostrerò la mia totale estraneità ai fatti contestati”. A questo punto, con orgoglio, Cozzone si lascia andare a uno sfogo: “Chi mi conosce sa che ho fatto il sindaco, per tanti anni, con tutt’altro spirito. Quest’inchiesta per me è stata un fulmine a ciel sereno. Ma viviamo in uno stato di diritto, dove vige la presunzione di innocenza. Sono sereno e resto fiducioso nell’operato della magistratura, che sono certo farà chiarezza. Pertanto, il mio auspicio – ha concluso – è che i processi si celebrino in aula, non a livello mediatico tramite conferenze stampa. La procura ha deciso di agire in questo modo, dunque saranno gli avvocati a valutare il da farsi”. Le indagini della Guardia di Finanza di Isernia, dirette dal procuratore capo in persona, Palo Albano, avrebbero scoperchiato tangenti mascherate da sponsorizzazioni calcistiche per 716mila euro; appalti affidati per un decennio alla stessa ditta – in assenza di qualsiasi concorrenza e in spregio dei principi costituzionali di buon andamento della Pubblica Amministrazione – per 3,4 milioni di euro; danni erariali nei confronti di un Comune – di soli 300 abitanti – per 895mila euro. L’ex sindaco, in particolare, avrebbe tratto beneficio per la sua presunta compiacenza nei confronti della ditta di Farrocco da quelle che gli inquirenti definiscono false sponsorizzazioni a piccole associazioni sportive costituite ad hoc o gestite direttamente dagli indagati, alle spalle degli ignari presidenti. In totale 716mila euro, che la procura sostiene essere stati “dragati all’ex sindaco, facendoli confluire nella propria disponibilità”. Cozzone e Farrocco, infatti, erano entrambi dirigenti della ‘Cerrese calcio’, militante nel campionato d’Eccellenza. Nel periodo 2001-2004, il club riceve un presunto sponsor per 500mila euro dalla Socem di Farrocco. Operazione che la procura contesta, sostenendo che l’ex sindaco, in qualità di team manager della squadra, avesse “intascato l’ingente ‘avanzo di gestione’ quale ricompensa degli affidamenti pubblici alla Socem concessi violando la legge”. Tale modus operandi si sarebbe ripetuto anche nel triennio 2009-2011, con la costituzione – da parte di Cozzone, della moglie e del fratello (questi ultimi non indagati) – della ‘Asd Aurora Pizzone’, che gioca in Terza categoria. Anche qui arriva uno sponsor consistente: 216mila euro sempre dalla Socem, all’insaputa del presidente, che infatti disconoscerà, in fase d’indagine, l’esistenza di un conto corrente ad hoc e le relative movimentazioni finanziarie. Le somme, per Albano del tutto sproporzionate all’entità delle realtà sportive in questione, non sarebbero affatto tali per Cozzone. “Io e Farrocco – ha concluso – abbiamo la passione in comune per il calcio. Ma in questo settore ci abbiamo solo rimesso, glielo garantisco”. ‘Isernianes’ ha provato anche ad ascoltare Farrocco. L’ingegnere preferisce non rilasciare dichiarazioni ma, tramite la famiglia, respinge in blocco le accuse. Nei confronti suoi e dell’ex sindaco , il giudice per le indagini preliminari di Isernia, Maria Luisa Messa, ha emesso un decreto di sequestro preventivo di 27 tra beni mobili e immobili, per un valore di 110mila euro nel caso di Cozzone e di oltre 810mila euro per Farrocco. Confiscate anche abitazioni in Sardegna e Molise, vari autocarri della Socem, investimenti obbligazionari, conti correnti, partecipazioni societarie e autovetture di lusso. Intanto, emergono nuovi particolari dell’inchiesta: gli indagati, in tutto, sarebbero quattro. Gli altri due, nell’ipotesi accusatoria, sarebbero responsabili di falso ideologico in atti pubblici. Ma sull’identità nulla trapela. Riguardo Cozzone e Farrocco, invece, la Finanza starebbe proseguendo con gli accertamenti. E non è da escludere che nelle prossime ore ci siano sviluppi.

P.B. 

Pubblicato alle ore 17:29:15 

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