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Comunali, Bottiglieri: “Consultazioni interne per scegliere i candidati”

Mino Bottiglieri
Mino Bottiglieri

di Veronica D’Uva 

ISERNIA. Mino Bottiglieri, reduce dalla corsa alla carica di deputato nelle ultime consultazioni Politiche, ci parla dei propositi del Movimento 5  stelle per le prossime elezioni Comunali di Isernia.

Sulla base di quali criteri il Movimento 5 stelle sceglierà i candidati alle Comunali di Isernia? Sono previste delle consultazioni online?

Il criterio per individuare i candidati sia alla carica di sindaco, sia a quella di consigliere sarà sempre lo stesso. A breve riuniremo tutti gli attivisti del Movimento 5 stelle e si voterà la candidatura di ognuno.  Chi riceverà più voti sarà presentato nelle liste. Non ci saranno consultazioni online in quanto non ne vediamo la necessità. Nel caso delle elezioni comunali si tratta di un ambito territoriale talmente ristretto che basta partecipare  alle iniziative del partito locali. Il nostro è un meccanismo che funziona benissimo in quanto il movimento è aperto e disposto al confronto e non siamo un circolo chiuso come molti media vogliono dipingerci.

Procederete, ad ogni modo, ricandidando persone già presentate alle Regionali?

Anche in questo caso dipende da quello che sceglierà l’assemblea. Quello che viene deciso dall’assemblea per noi è legge. Potrebbe verificarsi il caso in cui saranno ricandidate tutte le persone che si sono presentate alle Regionali così come potrebbe accadere il caso contrario, in cui non ci sarà nessuna ricandidatura da parte di questi esponenti.

Il M5S è disposto a un’apertura sulla proposta di un ‘listone civico’ proveniente da altre parti politiche o si continuerà sulla strada della chiusura?

Siamo aperti solo a quelle liste civiche che mostreranno la volontà reale di rispettare le regole restrittive che noi abbiamo. Da molte parti viene manifestata la voglia di collaborare con noi, molti avrebbero piacere, ma sono pochi quelli realmente disposti ad abbracciare il nostro programma e i nostri principi, che mirano a tutelare solo ed esclusivamente l’interesse del cittadino. Per noi il cittadino è al centro e potremmo aprirci solo a chi dimostrerà di fare altrettanto.

Cose ne pensa delle primarie per scegliere il candidato sindaco indette dagli altri partiti?

Bisogna vedere se e, soprattutto, come verranno fatte queste primarie. Ad ogni modo credo che saranno in pochi a farle. Quelle del Partito Democratico, in ambito nazionale, hanno dimostrato che si tratta di primarie parziali, in cui la persona che deve ricoprire l’incarico più importante è già designata a priori dai vertici del partito.

Se il M5S riuscisse ad eleggere il sindaco di Isernia teme l’ingovernabilità così come si è verificato l’ultima volta con la breve esperienza De Vivo?

Dell’ingovernabilità dell’ultima esperienza ce ne rammarichiamo, ma bisogna sottolineare che è pervenuta solo dalla coalizione del centrodestra. Il sindaco De Vivo avrebbe voluto governare con le migliori intenzioni, l’avrebbe fatto secondo la sua politica e secondo il suo programma. Non gliel’hanno permesso. Purtroppo questo Paese, l’abbiamo visto anche con le ultime politiche, ha delle leggi che favoriscono l’ingovernabilità a scapito del bene dei cittadini. Queste leggi premiano pratiche come il rastrellamento di voti grazie, per fare un esempio, alla manovra di gare e appalti pubblici. Nel nostro caso la situazione di ingovernabilità potrebbe derivare da un’ elevata frammentazione politica che a sua volta è determinata dal numero altissimo di candidati. In questo modo i voti di tutte le famiglie sono lottizzati: tra i candidati, in una realtà piccola come quella della nostra città, ci sarà sicuramente un parente a cui dovrò dare il voto. Questa pratica di spartizione dei voti non rende per nulla democratica la competizione, non permette di scegliere un candidato in modo totalmente libero. Finché a farla da padrone saranno queste modalità, il rischio di ingovernabilità è dietro l’angolo. Queste situazioni, poi, sono aggravate dall’attuale sistema maggioritario di elezione e sicuramente dalla pratica del voto disgiunto. Si tratta di una situazione preoccupante in cui abbiamo un grave deficit democratico.

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