HomeSenza categoriaQuinto assessore, Frattura si inchina a Patriciello. E i molisani pagano

Quinto assessore, Frattura si inchina a Patriciello. E i molisani pagano

Foto archivio
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CAMPOBASSO. Un mini-golpe, lo avrebbe chiamato Grillo. Una ‘porcata’, avrebbe detto Calderoli. Una legge ad personam, l’avrebbe qualificata il centrosinistra (quello vero). Un “atto politico inqualificabile”, lo definisce in una nota l’ex governatore Michele Iorio. Paolo Frattura, invece, tace. E, sull’argomento, si è fatto negare al telefono per tutta la giornata,  con Isernianews. Impegni istituzionali, certamente. Eppure, un minuto nell’arco di 24 ore, volendo, si trova. Ma, forse, Frattura preferisce parlare con altri giornalisti, piuttosto che con noi, quando gli fa comodo. Ma insisteremo, poco ma sicuro. Visto che di spiegazioni, il neo presidente, ne deve ai molisani, prima che a noi. Parliamo della questione dell’allargamento di Giunta, con un quinto assessorato che potrebbe spuntare come un riconoscimento (tardivo, ma a quanto pare necessario) ai desiderata di Rialzati Molise e al suo principale sponsor politico, l’europarlamentare Aldo Patriciello, dopo l’esclusione di Vincenzo Cotugno prima dall’esecutivo e poi dalla presidenza del Consiglio regionale. L’indiscrezione, mai smentita, l’ha pubblicata ieri il quotidiano’Primo Piano Molise’. Riferendo di un autentico colpo di spugna con il quale viene proposta la cancellazione della legge regionale ‘taglia-assessori’, che sanciva in un massimo di quattro il numero dei componenti della Giunta dopo la riduzione dei consiglieri al numero di venti. Ma ora, dopo che Frattura ha subito le scelte del Pdl, le scelte di Frattura (o di chi per lui) rischiano di doverle subire i molisani. Perché a pagare – salvo riduzioni dello stipendio, che non si capisce come mai  dovrebbero essere accettate dagli assessori per porre rimedio agli errori di Frattura – sarebbero ovviamente i cittadini. Nuovi costi della politica, circa 6.600 euro al mese, in un momento in cui la gente si toglie la vita perché non riesce a fronteggiare la crisi. Il governatore, insomma, avrebbe trovato la soluzione all’impasse Cotugno.  Non l’azzeramento di Giunta; non il subingresso con una specie di staffetta tra qualche mese, figuriamoci; non (soltanto?) qualche ente sub regionale; e neppure il conferimento di una delega come assessore esterno al cognato dell’europarlamentare del Pdl.  L’escamotage è qualcosa che nemmeno da Rialzati Molise avrebbero osato sperare. Vediamo perché. Con la delibera n.160 del 15 aprile 2013, la Giunta regionale ha approvato all’unanimità la proposta di abrogazione della legge n.21 del 5 ottobre 2012, varata dall’esecutivo Iorio. Senza la quale sarà possibile aumentare il numero degli assessori dagli attuali quattro a cinque, o anche a sei, magari per colmare il vuoto delle quote rosa. Lo Statuto regionale, che sancisce il contenuto della legge 21, stabilisce infatti che il Molise debba avere 20 consiglieri e 4 assessori, ossia un quinto del totale della composizione dell’assise. Eliminato l’ostacolo, invece, il governatore riuscirebbe ad accontentare Rialzati Molise e a risarcire il ‘più volte beffato’ Cotugno con il quinto assessorato. Tuttavia, affinché tutto ciò possa diventare realtà occorrerà il voto della maggioranza consiliare per abrogare la legge 21. Senza contare che la Carta fondamentale della Regione non è ancora stata promulgata, nonostante il termine dei 90 giorni  sia già trascorso, dopo l’approvazione in seconda lettura il 20 dicembre 2012. I tempi, dunque, non saranno brevi, ammesso che la maggioranza necessaria esista. Qualcuno, di fronte a tanta sfrontatezza, potrebbe tirarsi indietro. E buttare a mare, nuovamente, il malcapitato Cotugno. Da indiscrezioni, gli ex Adc non sarebbero troppo convinti che alle parole seguiranno i fatti. Vederemo. Intanto, mentre l’attuale classe dirigente, forse per pudore,  di fronte a una delibera che tanto ricorda vecchi schemi e vecchie logiche – fortemente avversati quando al governo regionale c’erano gli altri –  preferisce tacere, a intervenire con durezza ci pensa l’ex presidente della Regione, Michele Iorio.  “Dalla delibera di Giunta regionale n°160 del 15 aprile 2013 – scrive in una nota – sembra ci sia il proposito di voler abrogare la legge regionale n°21 del 05 ottobre 2012 con la quale la Regione Molise, precedendo la  spending review nazionale, ha ridotto il numero dei consiglieri regionali da 30 a 20 e il numero degli assessori da 8 a 4. Legge per altro trasfusa nel nuovo Statuto regionale, approvato dal Consiglio Regionale il 20 dicembre 2012. Tale abrogazione sembra determinare la volontà del governo regionale di procedere ad aumentare il numero degli assessori. Trovo che questo – conclude Iorio – se confermato, sia un atto politico inqualificabile, in contrasto con le difficoltà economiche dei cittadini molisani e contro ogni affermazione  pronunciata dall’attuale centrosinistra nei dibattiti politici della scorsa legislatura. Ritengo, infine, che per qualunque forma di cambiamento occorrerebbe una modifica dello Statuto”.

Pba

 

 

 

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