Confesercenti, input contro la crisi alla Regione

Graziano D'Agostino, direttore regionale Confesercenti
Graziano D’Agostino, direttore regionale Confesercenti

ISERNIA. La crisi economica avanza e la Regione non può stare a guardare. È quanto sostenuto dalla Confesercenti regionale. Il crollo dei consumi innescatosi a causa della crisi economica iniziata nel 2008 continua ad avere effetti devastanti, avendo toccato livelli storici preoccupanti. La disoccupazione e l’incertezza di un futuro per le famiglie, hanno provocato una rimodulazione degli stili di vita, frenando spaventosamente la propensione al consumo e dando vita, di conseguenza, a una crisi economica delle aziende senza precedenti, accelerata dal sistema creditizio bancario, cieco e indifferente nei confronti delle Pmi e da un’elevata pressione fiscale. La Confesercenti, perciò, ha deciso di sottoporre all’intero Consiglio della regione Molise un proprio documento contenente le linee programmatiche chiare e necessarie per il rilancio delle Pmi molisane e dell’economia di scala regionale. I dati Unioncamere sulla natalità e mortalità delle imprese parlano chiaro: in Italia nel 2012 hanno chiuso i battenti 364mila imprese, in Molise hanno chiuso 265 imprese e aperto 24 imprese, con un saldo negativo di – 141 Imprese. Occorre arrestare la crisi e incentivare le Pmi di ogni comparto produttivo al fine di rilanciare l’occupazione, il Pil regionale, i consumi delle famiglie, ridando loro speranza e fiducia negli investimenti. Una prima misura necessaria consiste nel favorire l’accesso al credito, in deroga ai paletti fissati dagli accordi di Basilea. Bisognerebbe, inoltre, rimodulare il ruolo della Finmolise Spa, che deve essere di sostegno alle imprese in difficoltà. Occorre, ancora, promuovere un Consorzio Fidi Intersettoriale di primo livello. Tra le proposte anche quella di incentivare l’innovazione e la formazione professionale. Sarebbe prioritaria, inoltre, la redistribuzione delle imposte regionali quali l’Irap e le accise sulle benzine. E le stesse entrate dovrebbero essere in seguito utilizzate a sostegno degli investimenti delle aziende. Commercio, turismo e artigianato andrebbero tutelati e valorizzati. Dovrebbe essere intrapresa, infine, una battaglia contro l’abusivismo, costituendo un osservatorio delle attività produttive.