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Comunali, Izzi non lascia l'Udc. E 'raddoppia' con una lista civica

Domenico Izzi
Domenico Izzi

ISERNIA. Mimmo Izzi, reduce dalla delusione delle elezioni regionali, potrebbe aspirare alla carica di sindaco di Isernia. A dargli campo libero, laddove potevano esserci dei dubbi, è stato il suo partito, l’Udc. Nelle ultime consultazioni, il consigliere regionale uscente, candidato nella lista centrista a sostegno di Michele Iorio presidente, anche se amareggiato per non aver ottenuto la riconferma a Palazzo Moffa, ha comunque ottenuto un buon riscontro con le sue  1.563 preferenze. Potrebbe essere proprio tale consenso popolare la spinta per Izzi a puntare alla poltrona di Palazzo San Francesco. Nel frattempo l’Udc di Isernia gli ha affidato la segreteria del partito, facendolo subentrare al posto di Anna Maria Formichelli. L’ex consigliere, quindi, non lascia l’Udc come qualcuno ipotizzava dopo la sconfitta del centrodestra, ma resta e addirittura potrebbe presentare una personale candidatura. Da neosegretario, nei giorni scorsi, l’ex consigliere regionale si è recato a Roma, dove la direzione centrale del suo partito gli ha dato la benedizione in vista delle Comunali del prossimo maggio. Ci sarebbero, perciò, tutti i presupposti affinché il suo nome possa aggiungersi alla rosa di probabili candidati sindaco che in questi giorni rimbalzano da un giornale all’altro. Di ufficiale, tuttavia, non si sa nulla. Non si conosce ad oggi quale candidato sarà appoggiato dal partito di centro. Izzi starebbe pensando alla presentazione di due liste: quella dell’Udc e una lista civica collegata. Una lista, quest’ultima, moderata, centrista e d’ispirazione cattolica. Non è detto che, tuttavia, sia Izzi in persona a scendere in campo. Con le sue due liste, potrebbe anche convergere sul candidato individuato dalla coalizione di centrodestra, ammesso che sia ritenuto la scelta migliore.  Ciò che si sa con certezza è che il neosegretario ha bocciato l’ipotesi delle Primarie. Si tratta, a suo parere, di un metodo con cui non è possibile riuscire a coinvolgere a dovere l’elettorato. Le regole rigide di questo strumento, a suo dire, andrebbero spesso a favore solo di certi candidati.

VD

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