Frattura: "La legge 21 va abrogata, lo dice la norma. No a nuovi costi della politica". Cotugno verso la terza fregatura

Vincenzo Cotugno
Vincenzo Cotugno

CAMPOBASSO. “Registriamo che l’opposizione di centrodestra si sta dedicando con una certa passione alla questione dell’abrogazione, proposta con delibera di giunta, della legge regionale n.21 del 2012, quella, cioè, che fissa con percorso ordinario la riduzione del numero dei consiglieri regionali da 30 a 20. Superando la dietrologia che ha fatto e fa seguito all’atto approvato dall’attuale governo regionale, riteniamo giusto avanzare alcune precisazioni. Nella seduta di giunta dello scorso 15 aprile, l’esecutivo ha approvato con delibera n.160 la proposta di legge regionale per “l’abrogazione della legge regionale n.21 del 5 ottobre 2012” per un fatto molto semplice e dettato, guarda un po’, dalla norma. Tale legge, infatti, risulta nei fatti ampiamente superata dall’art.2, comma 3, del decreto legge n.174 del 10 ottobre 2012, poi convertito dalla legge n.213 del 7 dicembre 2012. Il testo in vigore prescrive che “l’adeguamento ai nuovi parametri deve essere fatto esclusivamente a mezzo di modifica statutaria”. La norma regionale invece risponde a carattere ordinario. Il Molise, nelle consultazioni del 24 e 25 febbraio scorsi, è tornato al voto per eleggere 20 consiglieri più il presidente soltanto per quanto disposto a livello centrale e non in base al dettato regionale. La via della proposta di abrogazione, è evidente, appare ora necessaria per consentire alla Regione Molise di essere in regola, per buona pace di chi pensa che il nostro esecutivo voglia aumentare i costi della politica molisana, mancando di rispetto ai cittadini e alle difficoltà che incontrano nel loro quotidiano. Per queste, al contrario, ogni giorno lavoriamo con impegno, serietà e passione”. È quanto precisa il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, a seguito delle polemiche avanzate dalla opposizione regionale di centrodestra sulla delibera di giunta che propone l’abrogazione della legge regionale n.21 del 5 ottobre 2012.

Prendiamo atto felicemente che il presidente della Regione abbia rotto l’imbarazzante silenzio in cui si era autoconfinato da ieri, dopo la pubblicazione della notizia della proposta di abrogazione della legge 21. Ma ci teniamo a precisare, per quanti fossero particolarmente duri di orecchio (o fingessero di esserlo) che nessuno si era mai sognato di mettere in discussione che la procedura seguita dalla Giunta regionale non fosse regolare. Il punto che si vuole ignorare è un altro: è eticamente corretto allargare il numero degli assessori in tempi di crisi, mettendo una pezza a colori su una giunta composta in un modo che nemmeno Frattura avrebbe voluto? Probabilmente no. Nella nota di oggi, si dice di non voler aumentare i costi della politica. Ma non si sgombra il campo sull’ipotesi di un nuovo assessorato. Ammesso che si nomini un quinto membro dell’esecutivo, sarà dunque a costo zero? I quattro assessori sono d’accordo a ridursi lo stipendio per risparmiare i 6.600 euro necessari a fare altro posto in Giunta? E la segreteria, i collaboratori e tutto il resto a supporto del nuovo assessore, chi i pagherà? Anche quelli saranno a costo zero? Ma supponiamo anche che una quinta poltrona non spunti. Frattura, al già due volte buggerato Cotugno, cosa dirà? Parlerà di un bluff, dettato anch’esso dalla norma? Restiamo in attesa, magari di altre precisazioni. 

Pasquale Bartolomeo