Di Sandro: "Macroregione adriatica? No, grazie"

Filoteo Di Sandro
Filoteo Di Sandro

ISERNIA. “Le tradizioni e la storia della nostra regione vanno tutelate”. Ad affermarlo con convinzione, per Fratelli d’Italia, è Filoteo Di Sandro. È di questi giorni la notizia relativa al progetto di legge del deputato Pdl, Paolo Tancredi che, sulla scia della Macroregione del Nord, starebbe proponendo la creazione della Macroregione adriatica composta da  Marche-Abruzzo-Molise. Unico Consiglio regionale ed unico capoluogo con sede all’Aquila, un unico corpus di leggi, una sola sanità, un unico sistema per lo smaltimento dei rifiuti, così dovrebbe presentarsi il nuovo soggetto regionale. Molte e differenti sono state le reazioni da parte dei diversi organismi politici che, a vario titolo, sarebbero coinvolti dalla “fusione”, qualcuno si è dimostrato decisamente favorevole all’ipotesi, qualcun altro nettamente contrario. “Come ho già avuto modo di esprimermi – ha dichiarato Di Sandro –  rispetto a ventilate ipotesi di smembramento e/o accorpamento della nostra terra, sento di dover ancora una volta intervenire a difesa della nostra autonomia territoriale troppo spesso sottovalutata o screditata da parte di chi vorrebbe svenderci a territori e ‘numeri’ che non consentirebbero più dignità e rappresentanza alla nostra gente. La nostra regione, tra le più piccole d’Italia è vero, si caratterizza per avere una storia, delle tradizioni, un patrimonio artistico e culturale talmente peculiare da essere già di per se sufficiente a giustificare le ragioni della sua necessaria sopravvivenza. Se a questo si aggiunge che gran parte del nostro tessuto economico e sociale è variamente legato all’esistenza di servizi sul territorio, non è difficile comprendere che impatto negativo potrebbe avere una fusione con delle realtà  decisamente diverse dalla nostra. Il ruolo che ci toccherebbe potrebbe solo essere quello della ‘periferia’ con tutti gli annessi svantaggi del caso. Non possiamo permetterlo. Le disfunzioni o gli sprechi vanno combattuti con un diverso approccio culturale e politico, con una gestione virtuosa e con gli uomini giusti; la soluzione non può e non deve essere il sacrificio di un’autonomia tanto duramente conquistata e difesa in questi anni. La nostra battaglia di identità, di autonomia, di libertà per la sopravvivenza della nostra autonomia prosegue forte e chiara; troppe le ‘usurpazioni’ che a livello centrale ci sono state fatte (anche in termini di rappresentanza). A quanti ci chiederanno conto di questa proposta non potremo che rispondere: no, grazie”.