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“A cosa è servito il voto degli elettori del centrosinistra?”, Massimo Romano incalza i parlamentari del PD

Il leader di Costruire Democrazia torna alla carica e interroga la delegazione parlamentare del PD: “Come hanno votato i parlamentari molisani del PD su F35, sfiducia ad Alfano e sospensione dei lavori parlamentari imposta dal Pdl dopo la condanna di B.?”

CAMPOBASSO. “A febbraio gli elettori del centrosinistra hanno votato Bersani per mandare a casa Berlusconi e archiviare la stagione di Monti: oggi si ritrovano al governo con PdL e Scelta Civica. Gli elettori del PD hanno sottoscritto, insieme a quelli di Sel, il programma del centrosinistra – Italia Bene Comune – che oggi per il governo Letta è carta straccia. Un Esecutivo che avrebbe dovuto durare il tempo di cambiare la legge elettorale e tamponare alcune emergenze economiche per poi restituire la parola agli elettori, e che invece si sta occupando di tutto meno che di abrogare il Porcellum (mica scemi, come dargli torto…) e di rinviare le scelte (o le scadenze) come se i problemi si risolvessero da soli.

Come interpretare questo tradimento della volontà degli elettori? Hanno ragione Grillo e Travaglio nel dire che la farsa Pdl e pdmenoelle va avanti da vent’anni e per questo, ad esempio, il centrosinistra non ha sollevato l’ineleggibilità di B., violando la legge in vigore dal 1957, né ha mai provato a sfiorarne il conflitto di interessi? E magari per la stessa ragione ha affossato Prodi per due volte, anzi tre, se consideriamo le ultime votazione per il Quirinale? O si tratta, invece, di una ricostruzione maligna che ignora quanto le larghe intese siano necessarie per “superare la crisi” (“ce lo chiede l’Europa”), e proprio per questo non passa giorno che Napolitano e i potentati finanziari nazionali ed europei (con la stampa al seguito) non ammoniscano chiunque osi dissentire sulle “gravissime conseguenze che l’instabilità avrebbe sulla tenuta economica dell’Italia”? Verrebbe da chiedersi cos’altro potrebbe ancora succedere, dopo il fallimento del Paese nel quale ci hanno precipitato anni di scelte disgraziate e l’austerità recessiva dei tecnocrati.

Personalmente sono molto preoccupato per la trasformazione, a Costituzione invariata, della nostra democrazia parlamentare in una forma di Stato più simile a quella monarchica che a quella concepita dai Padri Costituenti nel ’48: trovo, ad esempio, inconcepibile che il Presidente della Repubblica eserciti prerogative che in base al dettato costituzionale non gli competono, quali indicare la durata del Governo, o escludere che se ne possa formare un altro diverso, o addirittura condannare il dissenso politico (suggerisco a chi volesse approfondire l’argomento la lettura di un recente scritto di Gustavo Zagrebelsky, noto e pericoloso populista…). Al netto di tutte le altre considerazioni, a risultare svilita e stravolta è proprio la democrazia, dunque il voto, cioè la scelta compiuta dagli elettori nel momento fondante di ogni ordinamento democratico. Paradossalmente, però, i rappresentanti del popolo nelle istituzioni parlamentari sono al riparo dal giudizio del corpo elettorale che, presumiamo, non gradisca di vedersi preso in giro rispetto a quanto da questi promesso durante la campagna elettorale: se non cambiano il Porcellum, praticamente un’assicurazione sulla loro vita, potranno continuare tranquillamente a nascondersi dietro ai simboli di partito (per quanto, ancora?).

Nonostante il Porcellum, però, con certi silenzi, e con certi voti, la sensazione che si sia passato il segno è quanto mai concreta e assume le sembianze di un punto di rottura irreversibile nel rapporto di fiducia con l’elettorato, che è sì disposto ad ingoiare tanto (e quello molisano ne sa qualcosa), ma non tutto. E forse non è un caso, infatti, che i parlamentari molisani (sono tre, e tutti e tre del Partito Democratico), ai quali va riconosciuta una certa recente loquacità nel comunicare – giustamente- la propria attività istituzionale, anche per iniziative che vanno ben oltre la funzione legislativa parlamentare (memorabile la conferenza stampa sui risvolti olfattivi delle deiezioni delle vacche…), siano rimasti in silenzio su tutti i più significativi passaggi parlamentari. E dunque, proprio al fine di consentire agli elettori del centrosinistra che hanno votato PD e dato credito alla sua proposta, di farsi un’idea, sarebbe opportuno sapere come i parlamentari molisani di quel partito hanno votato nelle rispettive camere di appartenenza. Non si tratta di notizie segrete o secretate, né di giudizi privati o personali, ma di voti espressi nel Parlamento italiano.

È possibile sapere, ad esempio, come hanno votato sull’acquisto degli F35? Impegnati come sono (o perlomeno dicono di essere) nel convocare tavoli romani per reperire risorse finanziarie aggiuntive per la nostra regione, non si sa mai che qualche euro avrebbero potuto recuperarlo dai capitoli di bilancio per le spese militari, tanto più che a dirlo era il loro stesso programma? Come hanno votato, poi, sulla sospensione dei lavori parlamentari imposta dal PdL in seguito alla condanna in appello di B.? Per caso vi hanno acconsentito? Magari con la giustificazione che “le vicende giudiziarie vanno tenute distinte da quelle politiche”? Ed infine (ma non finirebbero qui i voti da chiarire), come hanno votato sulla mozione di sfiducia nei confronti del vicepremier e Ministro dell’Interno, oltre che segretario del PdL, Angelino Alfano, sul caso Kazako? Rientrano, forse, tra i parlamentari che gli hanno consentito di farla franca sul presupposto che una donna e sua figlia sono state sequestrate all”insaputa” del Ministro?
Se la democrazia ha ancora un significato, e per me lo ha, credo sia interesse di tutti i cittadini conoscere i comportamenti (pubblici e di pubblico interesse, non privati) assunti dai parlamentari da loro eletti nell’esercizio del proprio mandato istituzionale. Poi, ognuno si farà l’idea che crede. Soprattutto gli elettori di centrosinistra”

Massimo Romano

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