Silvio Berlusconi condannato. L’annullamento dell’interdizione fa slittare la sostituzione di Ulisse Di Giacomo in Senato

La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di condanna per il leader del Pdl, coinvolto nel processo Mediaset: 4 anni di reclusione, ma annullamento dell’interdizione dai pubblici uffici. La Corte d’Appello di Milano dovrà ridimensionare il tempo in cui Silvio Berlusconi non potrà ricoprire incarichi pubblici. Si allungano i tempi per la sostizione di Ulisse Di Giacomo in Senato che potrà subentrare solo se il Cav. – in attesa del pronunciato del Tribunale di Milano – opti per le dimissioni.

CAMPOBASSO. Sentenza confermata, in parte. Silvio Berlusconi, coinvolto nel processo Mediaset per frode fiscale, è stato condannato a 4 anni di reclusione dalla Corte di Cassazione. Non decadrà, per il momento, dal ruolo di senatore della Repubblica perché i giudici hanno rimandato alla Corte di Appello di  Milano la parte relativa all’interdizione dai pubblici uffici. In poche parole, spetterà – in una nuova udienza, molto probabilmente nel mese di ottobre – ai magistrati milanesi ridimensionare la pena accessorria, ossia il periodo di allontanamento di Berlusconi da incarichi pubblici. La pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, per Silvio Berlusconi, potrebbe ridursi fino a un anno di interdizione, perché le norme alle quali ha fatto riferimento il dispositivo del verdetto prevedono un’interdizione da un anno a un massimo di tre. La misura dunque la rideterminerà la corte di Milano. Solo dopo il pronunciamento dei giudici d’appello sarà possibile avviare la procedura di decadenza da senatore del Cavaliere. In quel caso, le porte di Palazzo Madama potrebbero riaprirsi per Ulisse Di Giacomo rimasto fuori perché Silvio Berlusconi, capolista al Senato in tutta Italia, optò per il seggio molisano.