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Ittierre, a rischio il tavolo ministeriale

Previsto per il 18 settembre, potrebbe saltare se Bianchi non avrà novità circa l’affiancamento da parte di nuovi soci. In tal caso, il patron preferirebbe non parteciparvi. Intanto, slittano i pagamenti degli stipendi di agosto

PETTORANELLO DEL MOLISE. Una decisione che di certo non aiuterà ad allentare le tensioni, quella di far slittare al 30 settembre il pagamento degli stipendi di agosto da parte dell’Ittierre. Questo è quanto si apprende da una nota inviata ai dipendenti dall’amministratore delegato della azienda tessile, Antonio Bianchi. Per i lavoratori, convocati in un assemblea dallo stesso Bianchi, la speranza è che vi sia una disponibilità anticipata, in tal caso gli stipendi verrebbero saldati prima rispetto alla nuova scadenza. Qualche risposta sul loro precario futuro, i lavoratori dovrebbero ottenerla il 18 settembre, data in cui è previsto un incontro presso il ministero dello Sviluppo economico. Ma in merito al vertice di Roma, Bianchi ha fatto sapere di essere intenzionato a non partecipare se non dovessero emergere novità dalla trattativa con gli eventuali futuri soci, i quali dovrebbero immettere nuovo capitale in azienda. “Sembra che Bianchi abbia riferito di non avere novità nella trattativa con i soci di cui aveva parlato già 15 giorni fa e, quindi, se la situazione dovesse restare in questi stessi termini, potrebbe inoltrare una nota al ministero dello Sviluppo economico per sottolineare la scarsa utilità di un incontro nel quale non si potrà discutere delle novità”. Queste le parole del sindacalista della Femca Cisl, Francesco Di Trocchio, per spiegare la situazione attuale, riportate dal quotidiano ‘Primo Piano Molise’. I tecnici ministeriali, in questo caso, potrebbero decidere di proseguire con il tavolo anche senza la presenza dell’imprenditore, oppure di rinviarlo. I lavoratori, intanto, già amareggiati e preoccupati per il futuro, chiedono a Bianchi di partecipare ugualmente all’incontro, che ci siano o meno notizie dai nuovi soci. Ma i dipendenti non sono in apprensione solo per gli stipendi: l’annuncio che in azienda rimarrebbero tra le 250 e le 300 persone ha messo tutti in allarme e adesso si chiede un aiuto alla politica.

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