Scuole, il Consiglio trova l’accordo: cercare fondi per la sicurezza degli edifici

La decisione all’unanimità dopo un lungo dibattito a Palazzo San Francesco, originato dal caso del gas radon all’asilo di San Lazzaro. Il 16 novembre, a conclusione dei rilievi dell’Arpa, la decisione definitiva dell’amministrazione. Attualmente, i 180 bambini sono stati trasferiti nella vecchia sede della San Giovanni Bosco, su corso Garibaldi. L’ingegnere Ricchiuti assicura: attualmente, è il posto più sicuro

ISERNIA. ISERNIA. Da oggi l’amministrazione comunale si impegna a reperire fondi per rendere sicure tutte le scuole della città, proseguendo anche nel solco della precedente consiliatura guidata da Gabriele Melogli, di cui è stato dunque riconosciuta la bontà del lavoro. Questo, in sintesi, quanto scaturito dal dibattito di ieri in Consiglio comunale a Isernia sul tema della sicurezza scolastica, nel corso del quale l’assise ha votato un documento all’unanimità. Il dibattito è sorto a seguito del rilevamento di gas radon nell’asilo della San Giovanni Bosco a San Lazzarom circostanza che ha indotto il Comune, d’intesa con i genitori degli alunni, a far trasferire le lezioni nella vecchia sede di Corso Garibaldi della San Giovanni Bosco. “E’ diritto di tutti gli studenti frequentare le lezioni in scuole sicure – si legge sul documento medesimo – ed è obbligo delle istituzioni (soprattutto quelle comunali) garantire il diritto allo studio. Il Comune di Isernia, coerentemente con quanto fatto in passato, ritiene prioritaria la sicurezza scolastica. Considerato il fatto che la Regione ha destinato risorse ampie per il Comune di Isernia e viste pure le preoccupazioni delle famiglie dei ragazzi, è stata rilevata la necessità di portare al centro di Isernia le scuole e di renderle sicure”. Il consesso civico, inoltre, “prende atto della necessità della decisione del sindaco (di trasferire gli alunni, ndr) e del suo carattere di temporaneità” e suggerisce al sindaco di prendere la decisione definitiva “dopo i risultati dei rilevamenti sul radon per quanto riguarda la San Giovanni Bosco e di richiedere alla Regione Molise risorse necessarie per tutte le scuole”. Com’è noto, l’assise si era riunita per discutere del trasferimento degli alunni dell’asilo San Giovanni Bosco nella vecchia sede di corso Garibaldi a seguito del rilevamento di un picco di gas radon nell’edificio di San Lazzaro di proprietà della Cicchetti industrie grafiche. Il primo cittadino, Luigi Brasiello, ha garantito che il 16 novembre prossimo, a conclusione dei rilievi dell’Arpa sulla presenza di radon nelle scuole, si discuterà sul da farsi. “Non sarà soltanto il Consiglio comunale a discutere – ha spiegato – ma saranno presenti anche i genitori dei bambini allocati nella San Giovanni Bosco”.

L’assise si è aperta con il presidente Franco Capone che ha dato comunicazione della composizione dei gruppi consiliari. Quindi, ha preso la parola il consigliere Edmondo Angelaccio (Pd) che ha informato i colleghi dell’avvio del wi-fi libero, mostrando ai presenti anche il router portatile per i collegamenti.  Subito dopo, il sindaco Brasiello ha voluto ricordare la scomparsa del senatore Lello Lombardi, dell’onorevole Edilio Petrocelli, del consigliere comunale Spartaco Mercurio e del giornalista Francesco Casale. L’intera aula consiliare, con un applauso, s’è unita alle parole di cordoglio del sindaco. A quel punto, dibattito sulle scuole sicure.

Sul tema, Emanuela Guglielmi di Progetto Molise ha sostenuto la necessità di “proseguire con il progetto della scorsa amministrazione, ristrutturare la San Giovanni Bosco e continuare il progetto scuola sicura”. Sempre per la minoranza è poi intervenuto il Giacomo D’Apollonio di ‘Isernia in Comune:’ “Voglio solo fare la mia parte – ha detto – solo contribuire al bene della collettività, voglio la sicurezza degli alunni, degli insegnanti e tutti coloro i quali sono coinvolti nelle scuole. C’è la consapevolezza di avere un problema di una portata enorme. Noi vogliamo comprendere i programmi del Comune per arrivare a concludere i progetti avviati dalla scorsa amministrazione. Ovviamente, l’emergenza del radon è stata improvvisa, ma i genitori di questa scuola dell’infanzia hanno giustamente delle perplessità. Se la sede della San Giovanni Bosco di corso Garibaldi era stata sgomberata per tre anni, vuol dire che aveva dei problemi, problemi che mi fanno pensare ad una presunta vulnerabilità sismica; adesso la gente non capisce perché una struttura abbandonata deve essere ora riutilizzata. Per tutto ciò – conclude D’Apollonio – la soluzione adottata non sembra da ritenersi idonea”. Di fronte alle legittime perplessità del centrodestra, il presidente Capone ha invitato l’ingegnere Antonio Ricchiuti, dell’Ufficio tecnico comunale, a chiarire i motivi del ritorno nella vecchia struttura. “La scorsa amministrazione, tramite il V Settore, aveva fornito  risposte sulla vulnerabilità degli edifici – esordisce l’ingegnere – in linea con i dati presenti negli uffici della Regione Molise. Al seguito del sisma di San Giuliano di Puglia del 2002, le amministrazioni fecero iniziare a spron battuto le indagini; qui venne stilato un prospetto per i sette edifici scolastici  presenti ad Isernia. La vulnerabilità – chiarisce Ricchiuti – è la predisposizione più o meno alta degli edifici a reggere ad eventi sismici: il rapporto ideale dovrebbe essere pari a uno, più il dato è vicino o superiore all’unità, più la scuola è sicura. La scuola di San Leucio, l’ultima realizzata, dava risultati superiori all’unità. Mentre tutte le altre – dalla Giovanni XXIII all’Andrea d’Isernia, passando per la San Pietro Celestino, la San Giovanni Bosco e quelle di via Umbria – erano al di sotto di tale soglia. L’amministrazione dell’epoca decise di chiudere tutti gli edifici a vulnerabilità inferiore a 0,5; venne così chiusa una parte di San Giovanni Bosco, quella più vulnerabile, insieme all’Ignazio Silone. Per questo principio l’ala di San Giovanni Bosco oggi riutilizzata è quella a minore vulnerabilità (4) fra tutte le componenti della scuola. Anche dal punto di vista dell’antincendio. Alla domanda dove portare i bambini – continua Ricchiuti –  rispondiamo che in questo caso di emergenza, possono tornare alla vecchia San Giovanni Bosco, poiché è l’unica risposta plausibile; almeno in maniera temporanea, poiché il 16 di novembre l’Arpa finirà le indagini sul radon. E se i valori oltre soglia a San Lazzaro dovessero essere confermati si può continuare a mettere in sicurezza quello che c’è già in corso Garibaldi”. Per rimettere in sesto tutto l’edificio occorrono 6 milioni di euro. ”Durante il commissariamento – conclude Ricchiuti – per la ristrutturazione della San Giovanni Bosco abbiamo partecipato a un concorso per 6 milioni e 600mila euro. Abbiamo già superato la prima fase e se superiamo pure la seconda otterremo il finanziamento”.