HomeSenza categoriaIl Consiglio di stato conferma: Iorio sospeso dal Consiglio regionale

Il Consiglio di stato conferma: Iorio sospeso dal Consiglio regionale

I giudici di Palazzo Spada confermano la propria carenza di giurisdizione: a Palazzo Moffa resta Nico Romagnuolo. Ultima speranza, l’eventuale assoluzione in Cassazione dalla condanna per abuso d’ufficio nel processo ‘Bain & co’. La decisione della giustizia amministrativa era attesa anche da Berlusconi, che sperava di poter aggirare l’ostacolo della legge Severino

 

ROMA. Michele Iorio resta fuori dal Consiglio regionale. E’ arrivato in serata il verdetto del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dall’ex governatore, tramite i legali Vincenzo Colalillo e Beniamino Caravita di Toritto, avverso la sospensione per 18 mesi dal Consiglio di Palazzo Moffa per effetto della sentenza di condanna a un anno e mezzo per abuso d’ufficio per la vicenda Bain&co, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Campobasso. Dopo che il Tar, lo scorso 27 giugno, si era chiamato fuori dichiarandosi non competente per la materia in questione e adducendo un difetto di giurisdizione, Iorio e i suoi avvocati avevano deciso di tentare la strada dei giudici di Palazzo Spada. L’ex presidente della Regione contestava il provvedimento di sospensione, a suo parere illegittimo, in quanto arrivato soltanto il 16 marzo, ma il decreto Liste pulite (convertito nella Legge Severino) è datato 5 gennaio 2013. Inoltre, adduceva la questione dell’incostituzionalità, per cui sarebbe contro i principi della Carta repubblicana applicare la sospensione per una sentenza non passata in giudicato. Anche il Consiglio di Stato, con ordinanza cautelare n. 4022/2013, ha proclamato la propria carenza di giurisdizione, dando ragione al consigliere di Progetto Molise, Nico Romagnuolo, assistito dalla studio legale Ruta. E’ proprio l’ex sub-commissario al post sisma a restare a Palazzo Moffa al posto di Iorio. Ultima speranza, per l’ex governatore, nella Corte di Cassazione, che potrebbe assolverlo dall’accusa di abuso d’ufficio e ribaltare le due precedenti sentenze di condanna, reintegrandolo immediatamente in Consiglio regionale La decisione del Consiglio di Stato era molto attesa anche dal leader del Pdl, Silvio Berlusconi, altra ‘vittima’ illustre della legge Severino dopo la condanna (definitiva) a quattro anni per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset. 

Pba

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