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Provincia, dipendenti spremuti come limoni: e la politica rinuncia solo a 11mila euro

Per far quadrare il bilancio di previsione – che sarà approvato dopo il 30 novembre con conseguente richiamo del prefetto – i lavoratori accettano il taglio del 20 per cento del premio di produttività, rimettendoci 111mila euro per un anno; i dirigenti, col 30 per cento in meno, lasciano nelle casse dell’ente 30mila euro per dodici mesi; la sforbiciata per Mazzuto, consiglieri e assessori, invece, è riferita solo a novembre e dicembre, con l’impegno verbale a continuare sulla stessa linea anche per l’anno nuovo: malumore alle stelle. Camele (Pdl) avverte: in assise propongo l’azzeramento delle indennità. Se fosse approvato, il Consiglio sconfesserebbe le decisioni della Giunta

 

ISERNIA. La Giunta provinciale, nella giornata di martedì 26 novembre, ha approvato il bilancio di previsione 2013, che dovrà essere portato in Consiglio per l’approvazione. Il termine del 30 novembre sarà sicuramente superato, con il prefetto pentro Filippo Piritore che si vedrà costretto a un richiamo formale verso l’amministrazione guidata da Luigi Mazzuto la quale, tuttavia, conta di licenziare il documento contabile già nei primi giorni di dicembre. Sulla questione bilancio, però, i malumori sono fortissimi. ‘Merito’ dell’accordo sottoscritto dalla Rsu, lunedì scorso, in base al quale – in caso di mancata approvazione del bilancio e conseguente commissariamento dell’ente – i lavoratori saranno costretti a rinunciare al 20 per cento del premio di produttività. L’alternativa possibile:  l’approvazione del piano esuberi, con la mobilità per due anni e poi la possibile perdita del lavoro. La decisione dei tagli al bonus riservato personale ha suscitato lo segno dei lavoratori, sempre più incerti sul proprio futuro professionale se, come pare, il ministro Delrio procederà alla tanto sbandierata soppressione delle Province in tutta Italia prima della loro naturale scadenza. Dopo la riunione del 25 novembre, infatti, avevano addirittura fatto la comparsa dei cartelli di protesta recanti la scritta “Venduti per trenta denari”, affissi ovunque sui pianerottoli di Palazzo Berta. 

Provincia, dipendenti spremuti come limoni: la politica rinuncia solo a 11mila euro
Il manifesto di protesta affisso in Provincia

Segno di un evidente scollamento con le scelte  condivise delle Rsu.  Quello chiesto ai dipendenti provinciali, in ogni caso, risulta essere uno sforzo congiunto ai dirigenti (Gabriella Petrollini, Lino Mastronardi, Pasqualino De Benedictis e il segretario generale Stefano Bellotta), poiché questi ultimi hanno firmato per una decurtazione dei propri premi di produzione pari al 30 per cento. Dalla sforbiciata, ovviamente, non poteva essere esente la politica: la Giunta Mazzuto e i 24 consiglieri hanno sposato l’idea di rinunciare al 20 per cento delle indennità. Ma qui viene il bello: soltanto per due mesi, novembre e dicembre. Immancabili le contestazioni, anche all’interno della maggioranza di centrodestra: consiglieri quali Angelo Cemele del Pdl, Gregorio Perna di Provincia Protagonista, Gino Di Silvestro di Fli e Giovancarmine Mancini della Destra, infatti, sarebbero dell’idea di azzerare in toto le indennità, perché i tagli decisi dalla Giunta sarebbero insufficienti. Una scelta coraggiosa, quella di far politica gratis, volta a dare un segnale ai cittadini. E che Camele giura di voler portare in assise, proprio in sede di approvazione di bilancio. Se così fosse, per Mazzuto potrebbero essere dolori: in caso la proposta di Camele trovasse i favori dei colleghi, la decisioni della Giunta verrebbero sconfessate palesemente dal Consiglio. Con conseguenze politiche devastanti. Ma a quanto avrebbero scelto di rinunciare Mazzuto & co.? Presto detto: il presidente percepisce circa 6mila euro lordi; tolto il 20 per cento, lascerebbe nelle casse dell’ente 1.200 euro al mese, dunque 2.400 euro per novembre e dicembre. Gli assessori, considerando indennità che si aggirano dai circa 2mila euro lordi per quelli in aspettativa ai 1.100 lori per quanti invece sono rimasti regolarmente in servizio, si taglierebbero somme che variano dagli 400 a i 220 euro al mese. Facendo il totale con i risicati stipendi dei consiglieri, la politica si decurterebbe, in totale, solo 11.670 euro in due mesi. Ma Mazzuto ha promesso, verbalmente, che l’impegno perdurerà anche dal 2014 fino a fine consiliatura. I quattro dirigenti, invece, hanno accettato tagli complessivi -per un anno – pari a 30.500 euro. I dipendenti, invece, complessivamente ci rimettono per 111mila euro. E’ facile prevedere le possibili reazioni: i lavoratori sono molti di più dei ‘soli’ 27 consiglieri e dei 9 tra presidente e assessori. Ma se il segnale  per far quadrare i conti doveva arrivare, per ora non si è visto. E ai buoni propositi, per il 2014, orami non crede più nessuno.

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