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Alto Molise bloccato al primo assaggio d’inverno. E la politica “se ne frega”

La prima ondata di maltempo ha messo a nudo tutti i problemi della regione. L’imprenditore Fernando Carlucci, dopo una prima strigliata a Mazzuto, evidenzia le criticità di un sistema politico che non vuole cambiare marcia: “Pensano solo al quinto assessore, ai rimpasti in via Berta e all’articolo 7. Necessaria una levata di scudi da parte dei cittadini”

 

ISERNIA. “Se la gente non si sveglia, non ci sarà più bisogno di protestare perché la Provincia o la Regione non stanno facendo la propria parte per mantenere un minimo di servizi essenziali sul territorio. Una mattina, infatti, noi che viviamo nei piccoli centri dell’entroterra ci sveglieremo e non troveremo più nulla che ci dia il segno dell’appartenenza alle nostre piccole comunità. Avranno portato via tutti i servizi così da farci diventare, senza accorgercene, cittadini dei centri maggiori del Molise”. È un quadro a tinte fosche quello disegnato da Fernando Carlucci, amministratore di un piccolo comune della provincia di Isernia ed imprenditore del settore alberghiero. Un quadro che lo stesso Carlucci evoca, ma allo stesso tempo esorcizza appellandosi alla forza di reazione della gente qualunque, “di tutte quelle persone – dice – che si sono viste portar via, poco per volta, la dignità e la voglia di vivere nel proprio piccolo paese. Siamo stati narcotizzati da una politica che se né infischiata delle aree interne e che tutt’ora preferisce occuparsi di tematiche irrilevanti ai fini della salvaguardia dei nostri sistemi locali, concentrandosi invece sul quinto assessore alla Regione o sull’articolo 7, oppure sul continuo rimpasto alla Giunta della Provincia di Isernia e sui premi di produttività ai dirigenti già lautamente retribuiti. Tutto questo mentre il nostro territorio cade a pezzi – prosegue – e non ci sono i soldi neppure per gli interventi minimi di ripristino stradale. Ci sono situazioni di degrado datate del nostro sistema viario, nei cui confronti in questi anni non è stato fatto niente, perché si era troppo intenti a pensare chi doveva prendere il posto di chi in Giunta, oppure come fare per poter tirare su uno stipendio vero e proprio ricorrendo alla convocazione di Commissioni che non hanno prodotto nulla per il territorio. La classe politica che ci ha guidati finora – continua Carlucci – è stata talmente autoreferenziale da non accorgersi che le aree interne stavano morendo. Quella odierna, però, non è da meno e prosegue sulla stessa linea della precedente, con l’aggravante di aver promesso ai molisani un netto cambio di rotta. Ma così non è stato. Anzi, continua a mancare la benché minima programmazione in tutti i comparti nevralgici per la nostra economia: dalla viabilità al turismo, passando per la valorizzazione delle nostre grandi risorse ambientali, paesaggistiche, storiche e culturali. Hanno pensato solo a mungere una mucca che ora non ha più latte. Ed il risultato è evidente: un territorio in ginocchio, con difficili se non improbabili prospettive di ripresa. Di questo dobbiamo ringraziare solo i nostri politici, che hanno la sfrontataggine di farsi vedere in giro solo quando ci sono manifestazioni pubbliche in cui fare passerella, oppure è in arrivo un nuovo turno di elezioni. Mi auguro – conclude Carlucci – che in quell’occasione lorsignori vengano ricompensati come meritano, memori delle false promesse fatte a tanti cittadini che si sono ritrovati ad ascoltare la stessa musica, malgrado i musicisti siano cambiati”.

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