I risultati della manifestazione provocano umori differenti. Alcuni vedono la resa come un motivo di vergona per tutto il Molise. Altri considerano i due giorni di protesta, comunque, come un segnale di partecipazione del capoluogo pentro alle difficoltà del Paese
ISERNIA. Si conclude lo sciopero dei forconi a Isernia. Dopo soli due giorni, la protesta giunge al termine. Malcontento divampa sui social network, dove i ‘protagonisti’ di questa pacifica rivolta esprimono amarezza per la breve riuscita dello sciopero. “Con sommo rammarico – si legge in uno dei tanti commenti – comunico che il blocco ad Isernia è stato sospeso per la mancanza di sostegno. Ritrovarsi in tre o quattro a manifestare al freddo e al gelo non sembra cosa degna e giusta. Evidentemente Isernia è una cittadina in cui la chiusura di decine di aziende, fulcro del nostro sistema economico, poco ha inficiato sulle tasche della gente”. Ma c’è anche chi la vede in modo diverso, considerando questi due giorni come un segnale incisivo per il capoluogo pentro. “ Isernia – si legge dalle parole di Giustino D’Uva, organizzatore dello sciopero – ha dato un segnale forte, dimostrandosi ben più partecipativa di altre città notevolmente più popolose. L’Italia è una polveriera che sta per scoppiare e, seppur pochi, l’importante sarà convergere su Roma non appena ci sarà dato l’imprimatur. A quel punto, da un manipolo di avventurieri, diverremo gli avanguardisti della rivoluzione”. Ricordiamo che gli isernini, come tutti gli altri scioperanti d’Italia, sono scesi in campo per denunciare la crisi che sta devastando il Paese. L’obiettivo della protesta è stato, ed è tutt’ora per coloro che continuano a manifestare, quello di ottenere dal Governo Letta risposte concrete sui reali problemi che attanagliano gli italiani.
