‘Jamm’ bell’ Niro & co: tazze, giacche, libri, feste e corse di cavalli tra le spese del Palazzo

Sedi distaccate dei gruppi consiliari, oggettistica di rappresentanza per 3800 euro, giacche e pantaloni per gli addetti d’aula e gli autisti, 4000 euro per acquisto del libro “Molise, dove la natura è ricca di storia”, 2000 euro per la corsa dei cavalli di Montelongo, 1000 per il trofeo di San Matteo di Montenero di Bisaccia, contributi ad associazioni, al festival del Folklore e al moto club Jamm ‘bell, spunta la carta di credito anche per il Segretario Generale del Consiglio regionale, liquidazione di 2500 euro in favore dell’Associazione ex consiglieri regionali per la realizzazione di un periodico, missioni a Bruxelles e a Montpellier per partecipare al Festival del cortometraggio: così vengono spesi i soldi pubblici a Palazzo Moffa. Intanto il governatore Frattura ha rinnovato fino al 30 marzo 2014 le consulenze affidate all’avvocato Carmela Lalli (19.100 euro) e al dott. Paolo Verì (17.200 euro).

 

CAMPOBASSO. “L’Ufficio di Presidenza – si legge nella deliberazione n°45 del 16 maggio 2013 – visto il Testo unico delle norme in materia di funzionamento e di assegnazione di personale ai gruppi consiliari che dispone che, nei limiti dei contributi,  i gruppi possono costituire propri uffici territoriali delibera di disporre che i gruppi consiliari che hanno aperto o apriranno i propri uffici territoriali dotandoli di arredi e di attrezzature dovranno utilizzare esclusivamente i contributi ordinari”. La legge che dà la possibilità ai consiglieri regionali di accedere ai fondi pubblici per pagare gli affitti dei propri uffici territoriali è la numero 20 del 1991. Subentra il decreto Monti – quello famoso per il contenimento dei costi della politica, recepito in ritardo dagli amministratori regionali – che uniforma gli stipendi dei consiglieri regionali e disciplina il finanziamento pubblico ai gruppi consiliari. Accade, però, che il Consiglio regionale del Molise recepisce la normativa nazionale adeguando gli stipendi degli eletti a Palazzo verso l’alto (fino a 13.500 euro al mese per il governatore Frattura) e non verso il basso: paradosso, fioccano 1600 euro in più nella busta paga di qualche consigliere.  Il fondo per i portaborse – quello dei 2451 euro più famosi d’Italia – non viene abrogato e continua a restare in vita e a essere percepito, nonostante il divieto imposto dal sopraggiunto decreto governativo. Monta la protesta, scoppia lo scandalo nazionale e il Molise viene sbugiardiato in mondo visione. Ma c’è di più: attraverso una moltiplicazione di coefficienti – che avrebbero dovuto essere divisi per il numero dei consiglieri -, il finanziamento pubblico destinato ai gruppi consiliari aumenta e non diminuisce come accade per le altre regioni d’Italia. Così, ecco pronti 434 mila euro annui – anziché 120 mila – da destinare al loro funzionamento. Dinanzi a questo mare di soldi e a grasse indennità percepite, immaginiamo sia stata negata la possibilità ai consiglieri di aprire uffici sul territorio e pagarli pure con i fondi dei gruppi. Invece no, perché la nuova legge regionale – la numero 10 del 25 luglio 2013, quella che ha recepito il decreto Monti e modificato la normativa del 1991 – prevede, all’articolo 3, comma 9: “Il contributo assegnato è destinato agli scopi istituzionali riferiti alla attività del Consiglio regionale e alle relative funzioni di studio, editoria e comunicazione, nonché per l’apertura di uffici territoriali funzionali ai predetti scopi”.  Sono cinque i consiglieri regionali che hanno deciso di dotarsi di sedi distaccate: Vincenzo Niro ne ha addirittura due, una a Isernia e una a Termoli; Vittorino Facciolla, Francesco Totaro – anche lui ne ha due, a San Martino e a Termoli -; Salvatore Micone – a Campobasso – e Cristiano Di Pietro che ha distaccato il suo gruppo a Montenero di Bisaccia. Nel mese di maggio, l’ufficio di Presidenza di Palazzo Moffa – composto da Vincenzo Niro, Cristiano Di Pietro, Filippo Monaco, Domenico Di Nunzio e Giuseppe Sabusco – delibera di dotarsi di ben 50 copie del libro “Molise, dove la natura è ricca di storia”, al costo di 80 euro cadauna per un totale di 4000 euro. Tra le spese del Palazzo emergono anche 1.160 euro concessi, su proposta di Niro e – si legge nel deliberato – per “l’innegabile sostenibilità dell’iniziativa”, alla sezione comunale dell’Avis di Roccavivara per festeggiare il 25° anno di fondazione dell’associazione. Ci sono poi i 1000 euro erogati alla Pia Associazione dei Carrieri di San Pardo di Larino per la quinta edizione della rassegna delle carresi. Per le “Notti mediterranee” invece, sempre a Roccavivara e sempre su proposta di Niro, stanziati ben 1900 euro. Nulla a che vedere con i 560 euro concessi – su proposta di Cristiano Di Pietro e dietro richiesta di un cittadino di Montenero – come contributo per la stampa di una raccolta di racconti e poesie. Ma il Consiglio regionale ha a cuore anche i propri dipendenti. Di fatti, “per ragioni di riconoscibilità, autorevolezza e decoro, provvede alla fornitura di apposito vestiario al personale dipendente (addetti d’aula e autisti) che in forza della propria attività – si apprende dal documento – necessita di un abbigliamento uniforme e distintivo”. Così, l’ufficio di Presidenza – a luglio – delibera “di disporre l’acqusto di quattro giacche blu (a tre bottoni con stemma del Consiglio regionale sul lato sinistro), tre pantaloni, una gonna, tre cravatte, un foulard blu e quattro camicie bianche a manica lunga.  Poiché il presidente Niro “accoglie spesso, oltre che esponenti di enti pubblici e altri insigni personalità, italiane e straniere, in visita alla Regione, anche delegazioni cittadine, rappresentanti delle categorie economiche, dell’associazionismo e del privato sociale in genere”, su sua proposta l’ufficio delibera di acquistare 50 oggetti di rappresentanza – tra i quali vassoi, piatti e tazze realizzati da un laboratorio ceramiche artistiche di Baranello – per un totale di 3.836 euro.