Isernia/ Il Consiglio di Stato rigetta la sospensiva di Nicolino Colicchio, scalzato dal Tar lo scorso 22 marzo. Udienza nel merito il prossimo 14 settembre
ISERNIA. Roberto Di Pasquale resta in sella in Consiglio provinciale. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con propria ordinanza n. 02441 dell’8 giugno scorso, rigettando la sospensiva richiesta da Nicolino Colicchio. L’udienza nel merito è stata rinviata al prossimo 14 settembre: fino ad allora, Di Pasquale rimarrà in carica, con i giudici di Palazzo Spada che hanno ritenuto sufficientemente tutelate le esigenze cautelari rappresentate da Colicchio tramite l’avvocato Rita Formichelli.
Di Pasquale era entrato a Palazzo Berta dopo aver proposto ricorso al Tar, accolto lo scorso 22 marzo. Primo dei non eletti della lista ‘Insieme per la Provincia di Isernia’, tramite gli avvocati Chiara Costagliola e Fabrizio Cimini aveva contestato l’annullamento di una scheda dei Comuni di quarta fascia (Isernia e Venafro). Un voto che, validato, gli avrebbe consentito l’ingresso nell’assise di via Berta al posto di Nicolino Colicchio in virtù della legge Delrio riguardo il voto ponderato.
La scheda era stata invalidata in quanto la preferenza per Di Pasquale era stata apposta al di fuori degli spazi previsti nella medesima, cosa che per l’Ufficio elettorale avrebbe costituito un segno inequivoco di riconoscimento tale da determinarne l’annullamento. Tale scheda, in quanto di quarta fascia, determinava un peso pari a 700 preferenze, che se sommate a quelle attribuite a Di Pasquale dall’Ufficio elettorale, pari a 5075, avrebbero condotto al totale di 5775 preferenze, superiore alle 5309 riconosciute a Colicchio.
Il Tar aveva dunque decretato che i provvedimenti impugnati nella parte in cui era stato proclamato eletto alla carica di consigliere della Provincia di Isernia il candidato Nicolino Colicchio e non Roberto Di Pasquale fossero da annullare, rettificando il risultato elettorale e collocando quest’ultimo al quinto posto utile della graduatoria della lista ‘Insieme per la Provincia di Isernia’. Ora la parola al Consiglio di Stato che, per adesso, lascia le cose immutate: Di Pasquale dentro, Colicchio fuori.
