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Isernia, i capigruppo di maggioranza: “Spaccatura evidente con Lombardozzi. Ne tragga le conclusioni”

Comune in fibrillazione: gli esponenti di ‘Insieme per il Molise’, ‘Isernia in Comune’ e ‘Fratelli d’Italia’ replicano al presidente del Consiglio invitandolo a fare un passo indietro, ossia alle dimissioni


ISERNIA. I capigruppo di maggioranza al Comune di Isernia intervengono sul ‘caso Lombardozzi’. Mossi dal convincimento che, sostanzialmente, un voto tecnico (quello espresso dal presidente del Consiglio comunale Peppino Lombardozzi contro l’esternalizzazione del servizio di riscossione dei tributi, ndr) non possa essere in assoluto scevro da condizionamenti e pronti a respingere l’idea di “un’oscura regia” dietro l’ipotesi di sfiducia nei confronti del vertice dell’assise, Salvatore Azzolini per ‘Insieme per il Molise’, Tonino Antenucci per ‘Isernia in Comune’ e Rossella Pitisci per ‘Fratelli d’Italia’ sembrano invitare il vertice del consesso civico al passo indietro.

Attraverso una nota, misurata ma pungente, mettono in rilievo anche una questione di fiducia. Ponendo, come assunto, che Lombardozzi abbia agito in contrapposizione alla maggioranza municipale per perseguire il bene della collettività, ne consegue che egli consideri la strada intrapresa dall’amministrazione contraria all’interesse pubblico. Una simile analisi cambia, dunque, la visione delle cose. Ed è su questo aspetto che i capigruppo riscontrano il problema politico, più che tecnico.

“La nota vicenda del ‘voto tecnico’ dissenziente del presidente del Consiglio comunale di Isernia – scrivono – sollecita un doveroso intervento dei gruppi di maggioranza in seno al Consiglio. E ciò per due ragioni. La prima, per il rispetto dovuto alla collettività che segue la vita politica e amministrativa del Comune, e ha il diritto di conoscerne le diverse opinioni, democraticamente e dialetticamente espresse dagli interessati nelle sedi istituzionali. La seconda, per esercitare il diritto di replica alle affermazioni riportate dalla stampa sul tema che ne occupa”. Dopo le premesse, si entra nel vivo: “Nessuno ha mai dubitato – spiegano i capigruppo – che il presidente del Consiglio comunale di Isernia potesse, autonomamente, prendere una posizione nettamente contraria, su un’importante deliberazione del Comune, rispetto a quella maturata e concertata dall’Amministrazione e dai gruppi consiliari di maggioranza. Ma è altresì indubitabile che il voto contrario non sia immune da rilievi all’interno dell’apparato che esprime gli organi di governo comunali e gli organi stessi. Il presidente del Consiglio – ancora la nota – dice che il suo è un ‘voto tecnico’, quasi fosse esimente dall’assumere una responsabilità politico-amministrativa. Bene, il rispetto di questa affermazione è indiscusso, ammesso pure che nella letteratura politica esiste una simile formula identificante un concetto giuridico contenuto in una norma o in una prassi amministrativa. Se esiste, la prima osservazione da farsi è che detto ‘voto tecnico’ non può mai essere libero, ma condizionato o indotto”.

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