‘Facciamo Luce’ è il manifesto con cui il movimento civico San Martino Libera accusa l’amministrazione per la sostituzione dei vecchi fari di illuminazione, ma dalla casa comunale rigettano le accuse
SAN MARTINO IN PENSILIS. Esplode la polemica, nel centro basso molisano, in merito alla sostituzione delle tradizionali lampade per l’illuminazione pubblica con quelle più moderne a Led. A sollevare la questione è il movimento civico San Martino Libera che, attraverso un manifesto pubblico, denuncia quello che secondo loro è “l’ennesimo indecente, sperpero di denaro“. Di parere opposto l’opinione degli Amministratori di maggioranza che definiscono la procedura eseguita: “Trasparente e in regola”.
San Martino in Pensilis, come altri 80 comuni molisani, ha beneficiato dei fondi per l’efficientamento energetico, ricevendo in totale circa 500.000 euro, di cui 412.457,25 per i lavori e oneri della sicurezza, ed euro 87.452,75 per somme a disposizione dell’Amministrazione. L’opera di efficientamento è consistita nella sostituzione di parte dei fari di pubblica illuminazione con le più efficienti lampade al LED. L’accusa che solleva San Martina Libera è relativa al costo effettivo delle lampade istallate “che è meno di un quarto del prezzo pagato: 250 euro a lampada a fronte di 1.144 euro spese”. In sostanza, il discorso, riguarda le modalità ed i costi legati alla progettazione tanto che “visionando i progetti degli altri comuni abbiamo notato come in molti casi il progettista abbia effettivamente svolto un lavoro di analisi che ha permesso di effettuare un intervento completo e mirato sulle esigenze del comune committente”.
Dalla casa comunale rigettano al mittente le accuse e specificano che “la procedura eseguita è del tutto regolare perchè sono state rispettate le norme pubbliche che regolano l’acquisto dei fari a led e, di conseguenza, non vi è stato nessuno spreco di denaro pubblico”. I lavori di sostituzione dei vecchi fari e lampioni con le nuove lampade a led sono iniziati nel dicembre del 2015 e sono terminati nel giungo del 2016.
Alessandro Corroppoli
