Elezioni, Alternativa popolare alza il tiro: “Pronti ad andare da soli”

Lo ha detto il leader nazionale del partito Angelino Alfano. Alla convention di Roma una settantina di amministratori del Molise, guidati dal coordinatore regionale Pierpaolo Nagni. Per le Regionali conferma del consenso a Frattura, sempre che sia  riproposta l’alleanza del 2013


CAMPOBASSO. La ‘Rivoluzione dei moderati’ porta a Roma una settantina di amministratori molisani, tra sindaci, assessori e consiglieri. Una delegazione nutrita, quella guidata dal coordinatore regionale Pierpaolo Nagni, oggi nella capitale per partecipare alla conferenza programmatica ‘L’Italia al centro’, convocata dal leader nazionale di Alternativa popolare Angelino Alfano. Oltre duemila i delegati arrivati da tutta Italia all’hotel Marriott, dove il ministro degli Esteri ha indicato la rotta per le prossime elezioni.

“Partiamo da noi stessi, dai nostri valori e dai nostri programmi – ha detto Alfano – contro ogni giustizialismo, contro ogni populismo, a favore della famiglia, per l’Europa, per il ceto medio. E chiunque verrà, dovrà fare i conti con i nostri programmi. Noi siamo pronti ad andare da soli alle elezioni, la nostra scelta è per una Alternativa popolare e con certa destra non vogliamo avere nulla a che fare – ha aggiunto riferendosi a Salvini – Per questo è nata Ap, perché ci chiamavamo Nuovo Centrodestra, ma quel centrodestra non esisteva più. Gli ideali li abbiamo chiari e non li abbiamo mai traditi”.

La decisione sull’eventuale ‘corsa solitaria’ alle elezioni sarà presa nella direzione del partito, convocata per il 24 novembre. Gli scenari, alleanza con il centrodestra più che con il centrosinistra, restano invece ancora da definire. C’è invece certezza sulle battaglie alle quali Ap non intende abdicare, precisati da Maurizio Lupi: il no allo ‘Ius soli’ e il sì al il ‘Bonus bebè’. Punti fermi per votare la fiducia alla manovra economica del Governo.

Questo per il quadro nazionale. Quello locale sarà affidato alla scelta dei coordinatori. Con Alfano che ha confermato piena fiducia a Nagni, sia nel coordinamento di ieri sera, che ha preceduto la convention, sia nell’incontro che il ministro degli Esteri ha avuto oggi con l’assessore regionale ai Lavori pubblici e con la delegazione arrivata dal Molise.

Una squadra nella quale sono già confluiti, tra gli altri, i due assessori comunali di Campobasso Salvatore Colagiovanni e Francesco De Bernardo, con i consiglieri di maggioranza Giovanni Di Giorgio e Antonio Columbro, il consigliere provinciale di Isernia Mike Matticoli, il consigliere comunale di Isernia Andrea Galasso, il consigliere provinciale di Campobasso Giovanni Varra, l’ex assessore provinciale Fabio Tanucci. Ma anche alcuni sindaci, quello di Busso Michele Palmieri, di Vastogirardi, Andrea Di Lucente, di Pescolanciano, Manolo Sacco, l’ex amministratore provinciale di Campobasso Alessandro Di Labbio.

Difficile pensare che in Molise Ap possa correre da sola. Tanto più che la posizione espressa oggi potrebbe essere rivista anche a livello nazionale. Quando riprenderà la trattativa. Incrociata. Con Renzi e Berlusconi.  “Di alleanze parleremo nel prossimo direttivo. Il quadro nazionale resta però distinto da quello locale – ha precisato Nagni – per il quale la scelta è rimessa nelle mani dei coordinatori. Per quanto riguarda il Molise siamo orientati a riconfermare l’alleanza che ha portato cinque anni fa all’elezione di Paolo di Laura Frattura, sempre che il quadro politico non subisca modificazioni. Però a quel punto la valutazione non la faremo noi di Alternativa Popolare, ma credo che la farà lo stesso Frattura”.

Quadro politico che potrebbe cambiare, Nagni non lo ha detto direttamente, ma il riferimento sembra chiaro, alla posizione che prenderà ‘Rialzati Molise’, visto il ruolo appena assunto dall’europarlamentare Aldo Patriciello, nominato da Silvio Berlusconi nel nuovo coordinamento di Forza Italia. Gli azzurri, Patriciello formalmente non li ha mai lasciati, pur avendo scelto cinque anni fa di sostenere Frattura. Adesso la situazione è in evoluzione. E certezze non ce ne sono.

Nessuna fuga in avanti, dunque. Questo è il momento dell’attesa. Anche per quelle che sembravano posizioni consolidate. Con centrodestra e centrosinistra, oggi spaccati al loro interno, che potrebbero trovare quella che i politici amano chiamare ‘la sintesi’: l’accordo sul nome del candidato, più che sui programmi. In una ‘mission’ che fino a poco tempo fa sembrava ‘impossible’.

Carmen Sepede