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Castelpizzuto, si dimette la maggioranza: ‘cade’ l’amministrazione Mancini

A soli sei mesi dall’insediamento, sei consiglieri su sette hanno deciso di staccare la spina. L’ex sindaco: “Azione inaspettata e irresponsabile”. Adesso si attende la nomina di un commissario


CASTELPIZZUTO.  A sei mesi dall’elezione, si aprono le porte del commissariamento per il Comune di Castelpizzuto, centro della provincia pentra che conta soli 120 abitanti. Stamani sei dei sette consiglieri di maggioranza hanno vergato una nota, autenticata dinanzi al notaio, con la quale certificano le proprie dimissioni, con effetto immediato, a causa di ‘divergenze sull’azione amministrativa’. I dimissionari sono: Sonia Carlucci, Alessandro Romano, Angelo Romano, Daniele Romano, Marco Tofini e Mario Donia, il quale rivestiva anche la carica assessorile. Unico rimasto fedele al primo cittadino, Antonino Mancini, è stato Roberto Frangione. Il sindaco, raggiunto telefonicamente, non ha celato sorpresa ed amarezza e ha parlato di “azione irresponsabile”. Questo pomeriggio avrebbe dovuto riunirsi il Consiglio comunale e, a quanto pare, non vi erano segnali di tempesta all’orizzonte. La maggioranza, praticamente in blocco, ha ritenuto di non ufficializzare la presa di posizione in assise, per argomentare eventualmente la scelta, bensì prima del confronto in aula.

Ed ecco che sulle ragioni, l’ormai ex sindaco non ha potuto fare altro che avanzare ipotesi, tra cui spicca il tema della gestione dei migranti sul territorio. “Premetto che trattasi di giovani amministratori alla prima esperienza, che potrebbero aver risentito di pressioni esterne – esordisce sibilino l’avvocato Mancini – Credo comunque non gradissero l’intenzione di aderire allo Sprar. Preciso che a Castelpizzuto esiste già un Cat, un centro di accoglienza temporanea, e che quindi l’attivazione dello Sprar avrebbe rappresentato un’opportunità. Avremmo perseguito il duplice obiettivo di una gestione controllata dei flussi e della lotta allo spopolamento. Avevamo, infatti, chiesto – prosegue l’ex sindaco – l’arrivo di famiglie e giovani emancipati per poter programmare uno sviluppo futuro insieme alla comunità locale. Faccio presente che in vent’anni qui si prevede l’azzeramento della popolazione, in quanto abbiamo zero nascite e il 5% annuo di decessi. La mia idea era quindi quella di gestire al meglio il fenomeno migratorio, portando benefici anche alla popolazione che, ad esempio, avrebbe potuto avere come immediato riscontro l’abbassamento delle tasse, le cui tariffe attualmente sono al massimo. Penso, a questo punto, – ha aggiunto Mancini – non sia stata compresa la portata innovativa della mia azione amministrativa, che nel medio e lungo periodo avrebbe prodotto apprezzabili risultati. Sono rammaricato ma sereno, perché in questi sei mesi ho lavorato bene e, nonostante il poco tempo a disposizione, il cambio di passo è già evidente. Se mi fossi accorto di non avere la fiducia della mia maggioranza – ha concluso – sarei stato io per primo a rassegnare le dimissioni. In ogni caso, considero folle e incosciente l’atto dei sei consiglieri, che ora si assumono la responsabilità di quanto accadrà da adesso in poi”.

La prefettura di Isernia è stata già informata dell’accaduto e a breve verrà nominato un commissario.

Alessandra Decini

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