HomeSenza categoriaL’harakiri della sinistra, nulla di nuovo sotto il sole

L’harakiri della sinistra, nulla di nuovo sotto il sole

Il centrosinistra si riunisce ma i Socialisti in Movimento e il responsabile organizzativo di Sinistra Italiana si sfilano, con Minotti che si dimette e attacca Ruta a viso aperto


CAMPOBASSO. Con il giusto tempismo – per nulla distruttivo, ndr – all’atto della presentazione delle liste, la sinistra implode. Anzi, esplode.

Dopo Oreste Campopiano, i Socialisti in Movimento comunicano ufficialmente, di buon mattino, di non appartenere più al gruppo politico Molise 2.0 e di chiamarsi fuori dalla competizione elettorale.
Una decisione – si legge in una nota del dirigente nazionale del partito, Angelo Sollazzo – presa in seguito “alla scelta di accettare la candidatura dell’assessore alle Attività produttive Carlo Veneziale, che non rappresenta la discontinuità con il governo regionale uscente. Priorità sulla quale fin dall’inizio Molise 2.0 e quindi anche Socialisti in Movimento avevano puntato”.

angelo minottiMa ad affondare la lama è, poi, Angelo Minotti, responsabile organizzativo regionale di Sinistra Italiana. Questi non si sofferma, lamentandosi, sulla convergenza dell’intero centrosinistra su Carlo Veneziale. Bensì si scaglia contro l’ex senatore Roberto Ruta, accusato di condurre “una guerra privata contro il suo ex pupillo Paolo Di Laura Frattura”.

Si scopre, dunque, solo alla vigilia della campagna elettorale, che il senatore uscente dem non sarebbe un condottiero della rivoluzione ‘rossa’ e che, quindi, la riscossa della sinistra con l’Ulivo 2.0 è fallita ancor prima di iniziare.
Minotti informa, inoltre, di aver affidato – all’atto delle dimissioni – una riflessione anche ai vertici regionali e nazionali del partito, in cui ha prospettato una sconfitta, “preparata – scrive – quando, con la creazione dell’Ulivo 2.0, la sinistra si è messa a disposizione del senatore Roberto Ruta”. Un dissenso non ufficializzato fino ad oggi – prosegue Minotti – speranzoso “in un ravvedimento e in un cambio di rotta”.

Ma la virata tanto auspicata dall’esponente di Sinistra Italiana non c’è stata. Ed ecco le conclusioni: “A questo punto scendo da un treno impazzito, ma non rinuncio a combattere per i miei valori di sempre. Lo faccio con queste dimissioni da responsabile organizzativo regionale di Sinistra Italiana che mi procurano un profondo dolore, ma che sono inevitabili e irrevocabili. La presentazione delle liste certifica che avevo ragione. La spedizione dei ‘mille garibaldini’ è naufragata e il condottiero Ruta – chiosa – è stato giustamente restituito al suo lavoro. La sinistra non può, per parte sua, ritrarsi a vita privata. Deve analizzare gli errori fatti e trarne le dovute conclusioni, se vuole evitare di ripeterli in futuro”.

Considerazioni cui fa seguito l’ennesima rottura a sinistra, proprio nel segno della tanto vituperata continuità.

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