Sconfitta del centrosinistra, Nagni: “Coalizione disgregata, ma non ho voluto abbandonare la nave”

La riflessione dell’assessore ai lavori pubblici uscente, per il quale la prossima amministrazione troverà progetti avviati e una situazione risanata


CAMPOBASSO. “Commentare una sconfitta non è cosa semplice. Non lo era da giovane allenatore di calcio, lo è da sempre in politica”. E’ quello che ha dichiarato l’assessore uscente ai lavori pubblici Pierpaolo Nagni, facendo un’analisi del voto.

Nagni che dice di non avere rimpianti su quanto fatto e programmato in cinque anni. “Dal primo giorno, testa bassa a lavorare per ripianare debiti, riprogrammare somme, lavorare con il Governo per ottenerne di aggiuntive – ha affermato l’assessore – Un obiettivo in parte raggiunto, special modo nei trasporti, dove è stato ripianato il debito di 90 milioni di euro con Trenitalia e abbiamo avviato la gara per il gestore unico per il trasporto su gomma e sull’ammodernamento della rete ferroviaria, che anche attraverso la riprogrammazione della delibera Cipe che finanziava l’autostrada, vede stanziati fondi per l’elettrificazione dell’intera tratta Campobasso-Roma”.

Quindi i finanziamenti per il dissesto idrogeologico, le strade interne, la cessione delle strade ad Anas, l’edilizia scolastica e sportiva. “Chi si occuperà di trasporti e lavori pubblici – ha pronosticato – si imbatterà in parecchie criticità ma troverà una situazione migliorata rispetto al passato”.

E dall’aspetto amministrativo a quello politico. “Con l’aria che tirava – ha detto Nagni – si potevano prendere decisioni diverse, abbandonando la nave. Ma per me, non funziona così la politica. Avrei potuto scegliere un’altra strada, ossia quella strategica della non candidatura. Invece no. Io e quanti mi sono stati accanto, abbiamo preferito concorrere in una partita che sapevamo essere complicata e in salita, ma con dignità, serenità e anche entusiasmo insieme ai candidati della lista de ‘Il Molise di tutti’, che ringrazio ancora”.

Quindi il plauso a Carlo Veneziale, definito “un amico, un collega, un Uomo che con tenacia, professionalità e vivacità ha sposato un progetto difficile fin da subito, per puro spirito di servizio verso partito, alleati e coalizione”.

“Come si è arrivati a questa situazione, lo sanno anche i muri – ha rincarato la dose Nagni – Una coalizione disgregata, la creazione di gruppi alternativi che poi si sono rivelati non troppo competitivi, la fuga degli amministratori e dei candidati da un giorno all’altro. Il risultato dell’urna è sacro e va rispettato, così come le decisioni prese dai singoli candidati, basate su personali valutazioni e riflessioni. Ciò che però è difficile da comprendere è come proprio quella componente progressista che ispirò il progetto politico di cambiamento che Paolo, nel bene o nel male, ha avviato, lasciando una Regione con i conti a posto, sia diventata la prima nemica. Forse una nostra grande responsabilità è stata proprio quella di non spiegare quel processo che stavamo portando avanti”.

“Per ciò che mi riguarda – ha aggiunto ancora – ho preferito essere il riferimento di tutti gli amministratori, nella convinzione che la difesa di un territorio non passa per le appartenenza politiche. Tuttavia, qualche rammarico su alcune scommesse perse, ma umane più che elettorali, resta. Ma la politica, quella vera, quella appassionata, si può fare ovunque, anche al di fuori delle istituzioni e senza incarichi. Dunque, buon lavoro a Donato Toma, ai nuovi eletti in consiglio regionale. A tutti loro un sincero in bocca al lupo perché il compito di tutti sarà difficile”.

“Un auspicio mio, al di là delle varie retoriche, è che si faccia tesoro dei risultati e si faccia una riflessione politica seria che conduca la cosiddetta politica tradizionale a ricucire con i cittadini. A ‘far pace’ con loro. Anche su questo dovevamo fare di più, ma eravamo troppo presi da altro e non ci rendevamo conto dello scollamento che si stava verificando con la società civile, fino alla batosta (nessun termine migliore) del 4 marzo. Dunque, al di là di ogni delibera, determina, decisione o nomina – ha concluso Nagni – il compito più difficile e che auguro a tutti di raggiungere sarà proprio questo. Farsi apprezzare”.

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