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Auditorium ‘fantasma’ di corso Bucci, Gravina: “Opera da completare e restituire alla città”

Il consigliere comunale del M5s illustra la mozione, da discutere nella prossima seduta del Consiglio comunale, che impegna l’amministrazione a pubblicare un avviso pubblico, per individuare il gestore


CAMPOBASSO. Opere pubbliche incompiute, nell’elenco degli interventi mai completati ‘l’auditorium fantasma’ di corso Bucci, costruito nell’ambito dell’intervento edilizio della ‘Città nella città’.

A evidenziarlo il consigliere comunale del M5s Roberto Gravina, che punta il dito sulla convenzione urbanistica sottoscritta parecchi anni fa dalla ditta ‘Di Biase Mario’ con il Comune di Campobasso. Convenzione che prevedeva, oltre la cessione di determinate aree, anche la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e di arte urbana. A partire dall’auditorium, costruito nella parte confinante con il parcheggio dell’istituto commerciale ‘Leopoldo Pilla’. Formalmente trasferito in proprietà all’amministrazione, con rogito del 21/07/2011, allo stato grezzo – evidenzia Gravina – ovvero la sola struttura in cemento armato, priva di ogni genere di impianto o accessorio, chiusa all’esterno mediante pannellature in legno.

Dal 2011, rimarca il consigliere pentastellato, la struttura risulta abbandonata, senza che mai si sia provveduto al suo completamento ed alla sua funzionalizzazione, “nonostante l’iniziale tentativo di disfarsene mediante vendita all’incanto”.

Da qui la presentazione di una mozione del M5s, da discutere nella prossima seduta del Consiglio comunale, finalizzata a “rendere funzionale la struttura mediante l’adozione di un avviso pubblico per l’acquisizione di manifestazioni di interesse, che prevedano anche l’affidamento della gestione, garantendo condizioni vantaggiose al futuro gestore, anche con una eventuale compartecipazione del Comune agli oneri di completamento”.

“Riteniamo che il Comune possa trovare le risorse – rimarca ancora Gravina – stralciando opere pubbliche già programmate ma di dubbia utilità, come la sopraelevazione della sede stradale davanti al palazzo di città, per unirla a villa Musenga. Ci auguriamo prevalga il buon senso – conclude – e che presto si possa restituire alla cittadinanza un’opera di interesse sociale non secondario, da riempire di contenuti culturali di cui questa città sente tanto il bisogno”.

 

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