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‘Scuole sicure’, carenze strutturali in via Jezza. Cretella: “Il Comune non può non decidere”

Dalla relazione svolta dall’Unimol sono emersi problemi nell’edificio che ospita l’asilo, costruito negli anni Ottanta, ma senza tener conto delle normative antisismiche introdotte dopo il terremoto dell’Irpinia


CAMPOBASSO. Scuole sicure, riscontrate criticità strutturali nell’istituto per l’infanzia ‘San Vito’ di via Jezza. A evidenziarlo la relazione conclusiva dello studio di vulnerabilità sismica, realizzato nell’ambito del Protocollo d’intesa tra l’Università degli studi del Molise e il Comune di Campobasso, dal team guidato dal professor Carlo Callari.

“Come già suggerito per altri plessi scolastici, oggetto di analoghi studi di vulnerabilità – ha evidenziato il capogruppo del M5s Simone Cretella – si prospetta l’adozione di due diverse soluzioni: in via ottimale l’abbattimento e la ricostruzione di un nuovo edificio o, in subordine e solo dopo un’accurata analisi costi/benefici, subordinata a ulteriori indagini conoscitive, l’adozione di un programma di interventi strutturali mirati al miglioramento dell’edificio”.

“Quello che emerge dalla relazione – ha evidenziato il consigliere – è lo stesso quadro già visto per buona parte dei plessi finora analizzati dal team dell’Unimol, ovvero quello di edifici non in linea con gli attuali standard e che, piuttosto che di interventi di miglioramento mai del tutto esaustivi, avrebbero bisogno in via preferenziale di essere abbattuti e ricostruiti, in accordo con i più attuali standard di sicurezza, di efficienza energetica e di funzionalità”.

“Ma un ulteriore dato sconcertante – ha aggiunto Cretella – che emerge relativamente all’asilo di via Jezza, così com’era avvenuto già in via Verga, è il fatto che, benché l’edificio sia stato realizzato tra il 1984 ed il 1985, non si tenne conto, in fase di costruzione, delle nuove normative antisismiche introdotte nel 1981 (a seguito sisma Irpinia), giacché il progetto e le prime strutture risalgono alla fine degli anni ‘70 e quindi in linea con le normative tecniche dell’epoca, non sismiche, risalenti addirittura al 1971”.

Quindi edificio non particolarmente datato, ma con criticità significative tali da influenzare negativamente la risposta sismica della struttura; tra queste vengono evidenziate l’irregolarità geometrica, l’inadeguatezza delle armature, l’incertezza sulla resistenza del calcestruzzo, definita ‘inaccettabile’, l’incertezza circa l’idoneità dei terreni di fondazione, attesa l’indisponibilità di informazioni circa i dati geotecnici del sito. Ne deriva che l’edificio in questione presenta un’elevata vulnerabilità, con criticità strutturali in termini di valori gravemente deficitari degli indicatori di sicurezza.

“Ci si aspetta adesso che l’amministrazione prenda atto del responso – ha rimarcato ancora l’esponente pentasellato – e decida quale delle soluzioni indicate dall’Unimol adottare. Se gli edifici vanno abbattuti e ricostruiti, oppure migliorati o adeguati sismicamente – ha concluso – l’amministrazione non può optare per non fare nulla, lasciando intere scolaresche in condizioni di scarsa sicurezza”.

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