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Toma scrive a Conte e Mattarella: “Troppi danni per il Molise, si nomini subito il commissario”

Lo ha detto il governatore, nella conferenza stampa convocata per dare notizia della lettera spedita al Consiglio dei Ministri e al capo dello Stato. In cui è stata fatta anche chiarezza sulla polemica relativa alla gestione dell’emergenza sisma


CAMPOBASSO. “Il Molise non può più aspettare, il Governo deve nominare subito il commissario ad acta della sanità e per salvaguardare gli interessi del territorio il commissario deve essere il presidente della Regione”. Lo ha detto il governatore Donato Toma, nella conferenza stampa convocata per dare notizia della lettera oggi spedita al premier Giuseppe Conte, ai Ministri e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ministri con i quali, ha più volte detto Toma, “ho ottimi rapporti”, invitati a tutelare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione “rappresentando i cittadini italiani nella gestione della cosa pubblica, senza creare discriminazioni di sorta”.

“Da cinque mesi – ha detto Toma – viviamo una fase di stallo dovuta al fatto che non c’è il commissario ad acta della sanità. Di conseguenza i provvedimenti relativi alla riorganizzazione della rete sanitaria molisana non possano essere presi, proprio perché manca la firma del commissario. Il Molise sta subendo una serie di danni, certificati nella relazione redatta dalla Direzione regionale della salute e dalla Direzione generale dell’Asrem. Ci sono decisioni importanti e strategiche da prendere – ha aggiunto – che richiedono l’avallo del commissario. Qualche provvedimento è stato adottato, perché aveva carattere dell’urgenza ma attende di essere validato. Insomma, siamo fermi”. 

Toma ha quindi rilanciato sulla necessità di affidare la nomina di commissario per il rientro del deficit al governatore, come era già successo per i suoi predecessori Michele Iorio e Paolo di Laura Frattura. Una posizione avallata dal Consiglio regionale (con una mozione approvata a maggioranza) e dalla Conferenza delle Regioni. “La riorganizzazione sanitaria non può e non deve essere basata solo su criteri numerici e di mera economia – ha scritto Toma al Consiglio dei Ministri e a Mattarella – ma deve saper conciliare questi ultimi con le esigenze e le caratteristiche di ciascun territorio. Questa logica può essere applicata solo da chi vive realmente e pienamente le esigenze del territorio”.

“Inoltre – ha rimarcato ancora – la nomina di un commissario ad acta esterno rappresenta un ulteriore aggravio di spesa per una Regione che è già in piano di rientro, esborso che va ad aggiungersi a quello, già cospicuo, sostenuto per il sub commissario ad acta. Nel frattempo – ha precisato – la mancanza del commissario sta causando una paralisi istituzionale che comporta lo stallo di tutte le procedure necessarie all’attuazione del Piano operativo, per la riorganizzazione del sistema sanitario regionale, poiché i relativi adempimenti, oggetto di esame e controllo da parte dei succitati Ministeri, richiedono una tempistica di attivazione ben definita. E poi teniamo conto del fatto che, ad oggi, in virtù della mancata nomina, il Molise non è neppure presente ai Tavoli tecnici”.

E dalla sanità al terremoto, con Toma che ha escluso che i pochi fondi assegnati al Molise con la proclamazione dello stato di emergenza, 2 milioni di euro contro i 4 richiesti, siano dovuti a una relazione sbagliata della Regione. “Non mi risulta, non capisco queste politiche di attacco al Governo regionale – ha detto rispondendo in particolare al M5s – dovremmo lavorare tutti insieme nell’interesse del Molise. Io sono in contatto con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, che mi ha spiegato che ci sono stati dati solo 2 milioni perché era stato raschiato il fondo del barile delle risorse destinate alle calamità. Un fondo che sarà reintegrato. Di conseguenza – ha anticipato Toma – ci saranno concessi con un’altra ordinanza i finanziamenti per gli immobili e le strutture danneggiate dal sisma. Chiunque dimostrerà la causalità danni-terremoti avrà le risorse”.

 

Carmen Sepede

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