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Molise, il record dei ‘disoccupati all’infinito’. Seconda regione in Europa, dopo Mayotte

E’ quello che rivela la classifica di Eurostat, che ha ispirato un lungo articolo pubblicato oggi dal ‘Corriere della Sera’. I giovani se ne vanno e i migranti non arrivano, scrive il quotidiano di via Solferino, perché il lavoro non c’è


CAMPOBASSO. “Nell’Oceano Indiano, tra il Mozambico e il Madagascar, c’è un’isola sperduta che si chiama Mayotte e vanta il triste primato della disoccupazione infinita, tra le singole regioni dell’Europa. Al secondo posto nella classifica di Eurostat, dopo la colonia d’oltremare francese, c’è il Molise, 300mila abitanti che i numeri censiscono in continuo calo demografico. I giovani se ne vanno e i migranti non arrivano, perché il lavoro non c’è”.

Comincia così l’articolo di Monica Guerzoni pubblicato sul numero di oggi, 15 settembre, del Corriere della Sera, ‘Il Molise e il (triste) record dei disoccupati all’infinito’. Che parte dalla ricerca annuale dell’ufficio statistico Ue, che rivela come la disoccupazione a lungo termine in Molise sia al 71,8%, sul totale complessivo dei senza lavoro. Un dato che deve interrogare la politica. E far riflettere tutti. 

Basta poco alla giornalista del Corsera per rispolverare Checco Zalone e il suo ‘Sole a catinelle’: “Io sono andato sulla cartina geografica e ho detto, qual è la terra che non si è mai cagato nessuno? Il Molise. Ed eccomi qua!”.

Altro slogan storico. Quello pronunciato dalla star di ‘Masterchef’ Joe Bastianich, nella domanda posta alla concorrente campobassana-dominicana Joayda Herrera: “Dov’è Campobasso? Mi sembra un posto sfigato”. Abbastanza da far rivoltare mezza popolazione della regione. Ma poi è finita lì. E intanto dallo studio Eurostat emerge che la situazione è parecchio complessa. Abbastanza da indurre il ‘Corsera’ a mettere il Molise in prima pagina. Ma non c’è da esserne felici. 

Torna indietro nel tempo l’ex magistrato ed ex ministro Antonio Di Pietro, intervistato dalla Guerzoni. Agli anni Cinquanta, “quando la Democrazia Cristiana occupò il Molise manu militari”, fino ad arrivare alla fatidica data del 1983 e alla separazione dall’Abruzzo. “Ci siamo ritrovati dalla sera alla mattina con una Regione grande come un piccolo quartiere di Roma”, ha affermato Di Pietro.

Non mancano le buone pratiche e le idee innovative. Dalla dirigente scolastica Rossella Gianfagna, citata per la sua idea di cedere (gratis) un ettaro di terreno coltivabile dell’Agrario a operai espulsi dal settore edile e a famiglie senza reddito. Peccato che nessuno abbia accettato.

Tra le eccellenze, evidenziate dal quotidiano di via Solferino, la Fonderia Marinelli, che dall’anno Mille realizza le campane per il Vaticana. Poi c’è Alessio Di Majo Norante, l’erede di una tradizione che risale ai Sanniti e ai Romani e produce vini di pregio negli 85 ettari dell’antico feudo di famiglia, i marchesi Norante di Santa Cristina.

Senza dimenticare La  Molisana, quinto operatore italiano della pasta. Rilevata nel 2011 dalla famiglia Ferro, l’azienda è passata da 16 a 100 milioni di fatturato, approdando sugli scaffali di ottanta Paesi. “Il segreto? Lavorare duro e cercare profili altamente specializzati — ha dichiarato Rossella Ferro a Monica Guerzoni — Ci facciamo mandare i migliori curricula dall’università del Molise e assumiamo i giovani del posto”.

Quelli che hanno scelto di restare. Che non vogliono credere al tormentone ‘Il Molise non esiste’. Anche se Mayotte è a un passo. Pur se (geograficamente) è lontana anni luce.

 

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